Colombia: una nuova strategia per favorire le adozioni degli special needs

foto Marco e JuanL’adozione internazionale si deve occupare sempre più dei minori “special needs” che non riescono a trovare una famiglia nel loro Paese di origine: minori con più fratelli al seguito, bambini non più piccoli o con problemi di salute.

E’ questo quanto emerso dal Secondo Congresso Internazionale tenutosi il 24 e 25 maggio a Bogotà, promosso dall’Instituto Colombiano del Bienestar Familiar (ICBF), a cui hanno partecipato i rappresentanti delle autorità colombiane che si occupano di adozione e quelli di altri Paesi di origine, delle Autorità Centrali e degli enti autorizzati.

Obiettivo del Congresso è stato quello di aprire un confronto sulle strategie elaborate dai Paesi di origine e di accoglienza per valorizzare l’adozione come opportunità per un bambino abbandonato di vedere garantito il diritto alla famiglia, con particolare attenzione ai minori “special needs”.

Importanti testimonianze da tutto il mondo. La Colombia ha presentato un originale progetto per favorire l’adozione internazionale di bambini con più di otto anni, già sperimentato con Stati Uniti e Germania. Si tratta di una sorta di inserimento pre-adottivo attraverso il quale un bambino adottabile viene ospitato da una famiglia straniera per un periodo predeterminato, per facilitare la conoscenza e l’inserimento del bambino nel contesto familiare. In questo modo si permette al bambino di entrare gradualmente in un nuovo contesto familiare e allo stesso tempo si smorzano i timori che possono avere le coppie nell’accogliere minori non più piccoli.

Sarebbero 4.673 i minori colombiani con bisogni speciali, tra questi anche quelli con un’età avanzata, che tra il 2002 e il 2010 sono stati presi in carico dall’ICBF; 824 quelli che hanno trovato una famiglia disposti ad accoglierli tra il 2002 e il 2009. Lo ha reso noto la Direttrice dell’ICBF, Elvira Forero Hernandez, nel corso del suo intervento.

Interessante anche la testimonianza del Guatemala. Marilys Barrientos de Estrada, Membro del Consiglio Direttivo del CNA (Autorità Centrale), ha evidenziato che le politiche per l’adozione internazionale del Guatemala saranno in linea con quelle dei principali Paesi sudamericani e quindi saranno i bambini in età scolare, con più fratelli o con problemi di salute ad essere abbinati a una famiglia straniera. Un programma pilota per la ripresa delle adozioni internazionali sarà presto avviato, ha ricordato Estrada, come esempio della volontà delle autorità guatemalteche di rifondare il sistema adozioni, dopo un passato di adozioni poco trasparenti e indirizzate a bambini con meno di un anno.

Sulla stessa linea anche le autorità delle Filippine. Aida Muncada, Membro del Consiglio per le Adozioni Internazionali (Autorità centrale), ha evidenziato che le autorità locali sono al lavoro per sviluppare un programma per favorire l’adozione di minori con bisogni speciali, in particolar modi quelli grandi e con problemi di salute.

Interessanti anche gli interventi di: Lituania, Francia, Stati Uniti, Repubblica Dominicana, San Salvador, Ecuador, Panama, Italia. Di particolare interesse le testimonianze di famiglie adottive straniere e colombiane che hanno parlato dell’adozione di bambini grandi o con problemi, sottolineando più volte l’importanza di occuparsi anche di questi minori.

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