Conferenza famiglia a luci spente: seminario dedicato a pochi addetti ai lavori, con tre milioni di coppie sterili fuori dalla porta

La Conferenza Nazionale sulla Famiglia ha riscontrato grande partecipazione politica e ha rivendicato i provvedimenti concreti presi. Ma ha dimenticato la voce di chi la famiglia la “vive” giorno dopo giorno

Il 3 e 4 dicembre si è svolta, a Roma, la quarta edizione della Conferenza nazionale sulla famiglia. Un evento che se dal punto di visto politico può dirsi ben riuscito, con la presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi e di diverse autorità; da quello della “partecipazione” è sicuramente rivedibile, dato il quasi nullo coinvolgimento delle famiglie e il poco preavviso della iniziativa stessa e delle modalità on-line per porre questioni concrete sulle quali dibattere.

Conferenza famiglia: ma le famiglie “vere” dove sono?

Come sottolinea Francesco Belletti, direttore del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) di Milano, nel suo articolo su Famiglia Cristiana: l’evento è sostanzialmente rimasto dedicato agli addetti ai lavori, con scarsissima divulgazione alla pubblica opinioneCome se non fosse rilevante coinvolgere la pubblica opinione, la popolazione, le famiglie tutte, in un appuntamento in cui si discutono le policies che dovrebbero cambiare la loro vita quotidiana”.
Policies che, questo è giusto sottolinearlo, quest’anno non sono mancate e, finalmente, non sono state solo degli annunci di qualche provvedimento a cui si sta lavorando, ma progetti concreti e importanti, come l’assegno unico universale, il Family Act e gli stanziamenti per gli asili nido.
A questo si aggiunge la nota positiva delle disponibilità economiche garantite dai fondi del PNRR: circa 240 miliardi, da qui al 2026, per i quali anche le politiche alla famiglia avranno ampio spazio: “Sembra essersi affermata in modo consolidato – citando sempre Belletti – la consapevolezza che le politiche per la famiglia sono ormai un tassello irrinunciabile di un progetto di coesione sociale di cui il Paese ha bisogno per uscire dall’emergenza.”

Dare più spazio alle voci della famiglia

Una cosa ancora, però, è doveroso rimarcare: anche in questa occasione, come già era stato per li Stati Generali della Natalità, non c’è stata una parole sulle tre milioni di coppie sterili che, quando di parla di famiglia, sembrano sempre non esistere. Parole come “adozione” pare siano sparite dal lessico degli studiosi, che forse dimenticano che la famiglia, prima di tutto, la si vive giorno per giorno tra le mura di casa, a scuola, al lavoro… Non è e non può essere solo una materia astratta di studio.
Alla conferenza, solo sul finale ha trovato un po’ di spazio la testimonianza di una mamma di tre figli, medico, che ha portato all’attenzione le difficoltà vere e concrete di una giovane coppia alle prese con i tempi della cura per i figli, la precarietà del lavoro, le difficoltà economiche…
Facciamo nostro, anche in questo caso, l’invito di Belletti, affinché, “la prossima volta, anziché far parlare le famiglie per ultime, per brevi minuti, sarebbe meglio inserire voci coraggiose e chiare, come quella di Serena, all’inizio di ogni sessione, in modo che tutti i numerosi membri del Governo che sono intervenuti potessero sentire PRIMA la voce delle famiglie, e poi offrire le loro riflessioni”
Magari, aggiungiamo, prevedendo tra queste voci anche quelle di chi pensa all’adozione come strada per costruire una propria famiglia.