Congo, Nord Kivu: confronto sui diritti umani, ancora migliaia gli sfollati

“Soddisfazione” è stata espressa dal governo di Kinshasa per la decisione del Consiglio per i diritti umani dell’Onu di respingere la proposta europea di inviare un rappresentante per verificare la situazione dei diritti umani nella provincia orientale del Nord Kivu.

Il Consiglio ha adottato invece una risoluzione presentata dai paesi africani, che sostiene la cooperazione tra Repubblica democratica del Congo e Nazioni Unite, esortando la comunità internazionale a sostenere il governo congolese da un punto di vista tecnico e finanziario. “In questo paese esiste una ministero incaricato dei diritti umani – ha detto il portavoce del governo Lambert Mende – e migliaia di organizzazioni non governative alle quali bisogna dare fiducia”. Negativa la reazione alla decisione del Consiglio dell’Onu da parte di alcune organizzazioni umanitarie, secondo le quali la presenza di un rappresentante europeo avrebbe costituito un fattore di deterrenza sull’esecutivo congolese. Oggi a Kinshasa intanto si è svolto al Senato un dibattito sul progetto di amnistia per i combattimenti avvenuti nella regione del Kivu negli ultimi anni, un documento risultato di una serie di accordi tra le autorità centrali e i gruppi armati attivi nella regione. Secondo il testo presentato dalla maggioranza di governo, l’amnistia riguarderebbe i responsabili di fatti accaduti dopo il giugno 2003.

Secondo l’Ufficio dell’Onu per gli Affari umanitari (Ocha), sono ancora più di 70.000 i residenti nel Nord Kivu sfollati nel sud della regione che si rifiutano di tornare ai loro villaggi di origine nonostante un miglioramento complessivo delle condizioni di sicurezza. In molti, sottolinea l’ente delle Nazioni Unite, temono nuove violenze e chiedono di essere protetti dalle incursioni dei gruppi armati ancora attivi nella zona.

(fonte: Misna)