cooperazione. Ai.Bi. al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2018

Cooperazione. Festival dello Sviluppo Sostenibile, Ai.Bi.: “L’adozione internazionale è il progetto sostenibile per eccellenza”

Anche Ai.Bi. ha preso parte all’evento, che si è svolto il 30 maggio a Milano. Africa, donazioni, investimenti, solidarietà: tutto diventa possibile se tra le attitudini delle realtà interessate si crea uno spirito di gruppo e si opera insieme

Marzia Masiello (Ai.Bi.), nel corso del dibattito ha posto due questioni aperte: quella dell’adozione internazionale che cerca a sua volta di essere ‘adottata’ in un circuito virtuoso che la renderebbe il ‘progetto sostenibile per eccellenza’; il tema dell’alternanza scuola-lavoro, dove molto resta da fare insieme, aziende, associazioni, scuola e famiglie per rendere questo strumento sempre più efficace

cooperazione. Ai.Bi. al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2018Un incontro-appuntamento dedicato al ‘Partenariato nella Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSVS): è stato quello che si è svolto il 30 maggio a Milano, presso la sede della Fondazione Eni di Palazzo delle Stelline.

L’opportunità per fare il punto su una delle aree strategiche legate all’Agenda 2030 connessa agli SDGs globali: l’area Partnership (una delle cosiddette ‘5 P’ insieme a Persone, Pianeta, Prosperità e Pace). Al centro del panel del mattino sono stati posti numerosi temi, tra cui i punti di forza e di criticità rispetto alle buone prassi nei partenariati per la lotta alla disuguaglianza, il diritto all’istruzione di qualità, per la valorizzazione della migrazione, per la promozione delle PMI nella cooperazione, per la coerenza dei partenariati.

 

Tra i relatori, c’era Anna Puccio (Accenture): tra le buone prassi di ecosistemi di soggetti che lavorano insieme, in Impact granting (soggetti che donano) o impact financing  (soggetti che investono), ha citato l’iniziativa ‘Trame d’Italia’ (MibAct). Dopo di lei è stata la volta di Filippo Tessari (Fondazione ENI), che ha raccontato le complessità della cooperazione in Africa: “In questo caso – ha spiegato – cade il concetto di capacity building. Con umiltà si lavora insieme”.

Un altro intervento interessante è stato quello di Cesara Pasini (APCO), che ha insistito sull’importanza di “reimpiegare scarti di un processo produttivo, per renderli virtuosi e reimmessi nei cicli produttivi. Tutto ciò, porta a realizzare partnership in cui ciascuno dei soggetti mette a disposizione le competenze per una finalità comune”. Oltre a questo, la sua considerazione del ‘genio’ italiano è stata quella di un “popolo generoso nella solidarietà”.

Dopo di lei è intervenuto Andrea Stocchiero  (Focsiv e Rete Gcap Italia), che ha parlato di “grandi trasformazioni”. E ha aggiunto: “Occorre guardare anche oltre la cooperazione. Il punto dolente oggi è che le iniziative supportate restano marginali, perché attualmente non esiste una politica migratoria per lo sviluppo, come pure non esiste un ‘governo’ sulla speculazione finanziaria. Il Piano nazionale imprese e diritti umani è ‘monco’. Mancano capacità e risorse per modificare i comportamenti. Altresì, nel dialogo multi-stakeholder, è importante che i difensori dei diritti umani siano tutelati e sia data loro voce”.

Nel corso del dibattito, Marzia Masiello, referente per le relazioni istituzionali di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, ha posto due questioni aperte, che hanno bisogno di implementazione: l’adozione internazionale, “che cerca a sua volta – ha sottolineato – di essere ‘adottata’ in un circuito virtuoso in cui enti istituzioni e aziende collaborino in quello che è il progetto sostenibile per eccellenza, grazie alle famiglie che portano avanti e sono protagoniste del partenariato”; accanto, l’alternanza scuola-lavoro, “dove spesso le associazioni vengono chiamate ad operare gratuitamente e dove occorre, invece, lavorare insieme tra aziende, associazioni, famiglie e scuola per implementare lo strumento”.

Tra gli interventi successivi al dibattito, quello di Alessandro Russo, presidente del gruppo GAP MILANO, che è intervenuto sul percorso di sensibilizzazione dei cittadini all’utilizzo dell’acquadel rubinetto e alla tracciabilità della qualità dell’acqua. “L’Italia, dopo Messico e Thailandia, è il terzo Paese al mondo per utilizzo di bottiglie di plastica”, ha detto. Sergio Pagano, della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo, ha evidenziato alcune buone prassi dei partenariati in Etiopia e Senegal, così come anche il summit delle diaspore e la prima conferenza pubblica nazionale della Cooperazione.

Le conclusioni sono state affidate al prof. Enrico Giovannini, portavoce ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), che ha posto l’accento su sei macro-ambiti: l’importanza della formazione per raggiungere gli obiettivi sostenibili dello sviluppo (SDGs) nelle amministrazioni pubbliche; la valutazione ex-ante degli interventi utilizzando proprio gli SDGs; l’opportunità e la necessità, per il Ministero degli Affari esteri, di migliorare la formazione dei propri funzionari; la formazione alla cittadinanza e allo sviluppo sostenibile; l’educazione allo sviluppo sostenibile come modello esportabile in un piano organico per la coerenza delle politiche allo sviluppo; infine, la consapevolezza che i nuovi paradigmi di sviluppo si costruiranno passando proprio da questi strumenti. L’invito finale di Giovannini è a pensare anche ‘fuori dalla scatola’ e a usare tutto ciò che di buono si sta facendo, imparando dalle buone pratiche e con la consapevolezza che lo spirito italiano ha un’attitudine alla cooperazione che, se recuperata, potrebbe contribuire a una maggior coesione dell’Europa.