Coronavirus. Scuole paritarie: che fine faranno? Un terzo rischiano di chiudere

Forum Famiglie e Family Day in campo per chiedere al Governo un adeguato sostegno per un settore che da lavoro a 180mila persone

La chiusura forzata dei plessi scolastici per il Coronavirus ha messo un grosso punto interrogativo sul futuro delle scuole paritarie. Un mondo che garantisce lavoro a 180mila dipendenti e che, nel contempo, educa 900mila alunni e che si trova in un limbo, data la paralisi delle attività.

Così l’associazionismo famigliare si è mosso per sostenere le scuole paritarie e la libertà educativa. La detraibilità integrale del costo delle rette versate alle scuole pubbliche paritarie dalle famiglie nei mesi di chiusura delle scuole e l’istituzione di un fondo straordinario a cui le scuole paritarie possono attingere per far fronte alle loro spese sono le due proposte sottoposte al Governo italiano attraverso la campagna #LiberiDiEducare.

Coronavirus e scuole paritarie: il pensiero di Gandolfini

“Sostenere la scuola paritaria, che fa parte a pieno di titolo del sistema di istruzione pubblica, significa aiutare centinaia di migliaia di famiglie ed evitare di portare al collasso tutto il sistema scolastico (…) un terzo di questi istituti rischiano di non riaprire a settembre se privati degli aiuti adeguati”, è la denuncia del presidente dell’Associazione Family Day – Difendiamo i Nostri Figli, Massimo Gandolfini.

“Le scuole statali non sono in grado di assorbire l’eventuale arrivo di 300mila alunni – prosegue Gandolfini – sia per ragioni di risorse economiche sia in considerazione delle probabili nuove regole sul distanziamento tra alunni. Quindi le nostre sono richieste di bene comune delle famiglie e dei nostri figli; non si tratta di un’elemosina, ma di una rivendicazione di giustizia sociale che trova fondamento nella Costituzione e nella Legge 62 del 2000, che definisce l’assoluta parità e uguaglianza tra la scuola pubblica statale e la pubblica paritaria. La libertà educativa e la pluralità delle scelte sono una delle basi del nostro sistema democratico. Pertanto voglio fin da subito ringraziare i vescovi e le forze politiche che stanno sostenendo le nostre istanze e anche tutti i cittadini che, liberi da pregiudizi ideologici, hanno compreso che è in gioco il bene dei nostri figli e il futuro del nostro Paese”.

Coronavirus e scuole paritarie: la posizione di Gigi De Palo

Oltre a Gandolfini, anche Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Famigliari, è sceso in campo per tutelare le scuole paritarie. “Stiamo ‘rompendo le scatole’ al Governo – ha spiegato De Palo – su due punti: famiglia e scuola. La famiglia è l’istituzione che aiuta a mantenere unito e ordinato il paese. Infatti, l’impegno delle famiglie nella cura dei figli permette allo Stato di prendere le proprie decisioni con la dovuta responsabilità, evitando anche tensioni. Perciò il contributo va prima di tutto calcolato sulla base delle responsabilità genitoriali. In secondo luogo può dipendere dalla natura della professione. Le scuole rimarranno chiuse? Troviamo soluzioni per permettere ai genitori di andare a lavorare. E ancora: si stanno aiutando le aziende di ogni tipo, anche con pochi dipendenti, e si sta uccidendo una parte essenziale del servizio pubblico scolastico (legge 62/2000), ovvero la scuola paritaria. 900.000 ragazzi e, quindi. 900.000 famiglie non sono cittadini di serie B. Per una volta, almeno in questo momento di crisi, cerchiamo di andare oltre l’ideologia, manteniamo un atteggiamento laico e diamo una risposta seria anche alle 180.000 famiglie dei lavoratori che ruotano intorno alla scuola paritaria”.

Il Parlamento, va aggiunto, ha proprio oggi, venerdì 24 aprile, approvato un Ordine del Giorno proposto, in qualità di primo firmatario, da Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, che impegna il Governo a valutare interventi economici a supporto proprio del mondo dell’istruzione paritaria.