Dal Family to family all’affido internazionale dei minori, ecco le soluzioni per la migrazione nel Mediterraneo

immigratiGestire le migrazioni nel Mediterraneo in modo nuovo. E’ questo l’obiettivo a cui punta il documento di raccomandazione per il  Parlamento europeo  consegnato all’eurodeputata Cecile Kyenge da Concord Italia, network che raggruppa insieme ad Amici dei Bambini altre Ong, impegnate in programmi di sviluppo e di emergenza.

Nei prossimi mesi il Parlamento europeo invierà al Consiglio europeo e alla Commissione europea una proposta definitiva. Amici dei Bambini auspica che questo processo porti a un’Europa solidale tra i Paesi membri e con i paesi terzi.

Il documento, scritto con un approccio olistico, cioè non settoriale capace di una visione d’insieme di possibili soluzione,   raccomanda tra le altre emergenze di salvaguardare prima di tutto i minori, definiti una priorità e un target vulnerabile  rilevante per la cooperazione con i paesi terzi e per l’integrazione nei paesi di accoglienza”. E in secondo luogo ribadisce la necessità di tutelare madri sole, che spesso arrivano in Europa incinte o con figli piccoli.

L’idea è di realizzare un sistema di welfare integrato attraverso la cooperazione tra istituzioni sociali EU, dei paesi di origine e di transito, incentrato sul ruolo delle famiglie e delle rispettive associazioni non profit. Di supportare strategie coerenti e partnership per l’accoglienza o il rimpatrio assistito dei Misna attraverso il Family to Family. Un approccio fuori dalla logica del puro intervento di aiuto che punta allo sviluppo di progetti personalizzati, all’interno di una partnership definita pubblico – privato.

Nei paesi di origine, le associazioni devono lavorare in collaborazione con le istituzioni locali e gli organismi internazionali, per supportare le famiglie sia per la prevenzione delle partenze che per rendere tracciabile il loro percorso di mobilità. In Europa bisogna sviluppare un network di associazioni familiari qualificate e famiglie che, in collaborazione con i comuni  e le istituzioni competenti, siano preparate all’accoglienza temporanea dei Minori stranieri non accompagnati (Misna) al fine di garantire loro le stesse misure di protezione che vengono applicate ai minori residenti  sul territorio.

Bambini e giovani- raccomanda ancora Concord- devono restare nelle strutture di prima accoglienza per tempi circoscritti. Inoltre minori sotto i sei anni devono poter essere accolti in famiglie o in comunità familiari piuttosto che in strutture più grandi e impersonali. In ogni caso, ove applicabile e rilevante per il loro interesse, tutti i Minori stranieri non accompagnati siano preferibilmente e temporaneamente accolti in famiglie. Per poter facilitare l’incontro tra i minori stranieri e le famiglie affidatarie un’occasione vincente, come testimonia l’esperienza di Ai.Bi., è quella di permettere alle famiglie di ‘vivere dal di dentro’ le strutture di prima accoglienza.

Le famiglie affidatarie possono avere- sostiene Concord- un ruolo significativo come ponte di ricongiungimento del minore straniero con la sua famiglia in Europa, o come ponte verso la sua integrazione in territorio europeo, a seconda dell’interesse specifico.

Ultima ma non ultima, una questione mai regolamentata: l’affido internazionale come processo centrale per il re-insediamento, l’asilo e l’inclusione sociale dei Minori stranieri.  L’affido internazionale dovrebbe essere la soluzione per prevenire l’immigrazione irregolare e l’arrivo di bambini e ragazzi. Una volta riconosciuto l’inarrestabile bisogno di molti di loro di lasciare i propri paesi, occorre creare un sistema di welfare integrato dove attori del pubblico e del privato collaborino per mettere le famiglie e le relazioni umane personali al primo posto. In questo contesto, i programmi di mobilità per giovani, per formazione o lavoro, devono essere aperti come alternativa legale alla migrazione irregolare.