Dalle famiglie un secco no ai decreti vincolati

cartellino_rossoLe famiglie sono contrarie alla scelta di alcuni Tribunali per i Minorenni di emettere decreti all’adozione vincolati (ossia con indicazioni specifiche rispetto al Paese di provenienza del minore, al suo stato di salute, all’età). E’ questo il risultato di un sondaggio pubblicato su Ai.Bi. News lo scorso 8 marzo, in cui l’81% dei votanti si è detto contrario a questo tipo di decreti.

E’ come se i giudici condannassero questi bambini a un’infanzia senza famiglia. Considerati troppo grandi o problematici per essere adottati, i minori vedono svanire l’ultima opportunità di diventare figli. L’adozione internazionale, infatti, rimane l’unico strumento per garantire a un bambino abbandonato una famiglia, laddove non è stato possibile il reinserimento con i genitori naturali e l’adozione nazionale.

La questione pone nuovi interrogativi sul futuro dell’adozione internazionale in Italia.

La realtà dell’adozione internazionale, infatti, sta cambiando: sono sempre più numerosi i Paesi di origine che decidono di dare alle famiglie straniere bambini non più piccoli, con più fratelli al seguito o con problemi di salute. I bambini che potrebbero essere accolti con l’adozione internazionale non hanno quindi le caratteristiche di quelli indicati nei decreti vincolati.

E non si tratta di casi isolati, in quanto continuano ad arrivare segnalazioni da famiglie preoccupate dall’idea di ottenere un decreto vincolato; l’ultima si riferisce al Tribunale per i minorenni di Bologna.

L’orientamento dei giudici non può non tener conto della realtà dell’adozione internazionale e dell’interesse supremo del minore di vivere e crescere con una famiglia. Ai.Bi. propone quindi che la Commissione per le Adozioni internazionali (CAI) organizzi incontri tra gli enti autorizzati e i Tribunali per i minorenni per affrontare la spinosa questione e tracciare un percorso che tuteli realmente il diritto del minore alla famiglia.