Da marzo 2023 il via alla Riforma Cartabia: nasce il Tribunale della Famiglia e muore il Tribunale per i Minorenni

Partirà da marzo 2023 l’applicazione dei primi cambiamenti voluti dalla Riforma Cartabia relativamente al Diritto di Famiglia. Novità importanti per i procedimenti di separazione e divorzi: “il piano genitoriale”

Mentre giornali, politici e dibattiti si concentrano sulle intercettazioni e sul più ampio impatto della “Riforma Cartabia” relativamente ai procedimenti penali, a partire dal mese di marzo, con 120 giorni di anticipo rispetto a quanto previsto, è già pronta a entrare in vigore quella parte della riforma voluta dall’ex ministro della giustizia per ripensare il diritto di famiglia.
I cambiamenti sono stati definiti una sorta di “rivoluzione copernicana” per il settore, anche se tanti dubbi sono stati espressi da più parti sulla capacità reale di assorbire le nuove direttiva da parte di un organico della magistratura specializzato in diritto di famiglie e dei minori numericamente ridotto.

Riforma Cartabia del diritto di famiglia: separazioni e divorzi più rapidi

Una volta che sarà attuata nella sua completezza, entro il 2024, la riforma dovrebbe portare alla nascita del Tribunale della Famiglia e alla scomparsa degli attuali Tribunali per i Minorenni. L’obiettivo generale è quello di accorciare i tempi dei procedimenti e di superare l’attuale frammentazione tra TM, tribunale ordinario e giudice tutelare.
Naturalmente, tutto avverrà per gradi e a tappe già fissate, partendo, dal marzo del 2023, con le modifiche che riguardano separazioni e divorzi. Lo snellimento delle procedure punterà, innanzitutto, sul fatto che l’iter di separazione non avrà più bisogno di un’udienza preliminare, ma saranno gli avvocati di ciascuna delle parti coinvolte a raccogliere tutti gli elementi per chiedere la separazione (prove, testimonianze, relazioni sui minori…). In questo modo, quando i legali presenteranno il ricorso al giudice, questo avrà già in mano una vera e propria istruttoria e potrà convocare, entro tre mesi, l’udienza di separazione. Inoltre, già durante questi tre mesi, avendo in mano tutti gli elementi, il giudice potrà emettere provvedimenti cautelari (per esempio in caso di situazioni di pericolo di violenze), che andranno poi confermati o revocati entro i successivi 15 giorni.
Si capisce che, se il lavoro di raccolta del materiale da parte degli avvocati è stato completo e accurato, il giudice fin dalla prima udienza avrà in mano tutti gli elementi per poter già trovare un accordo e addirittura emettere la sentenza di separazione.
Inoltre, la riforma prevede la possibilità di inserire la domanda di divorzio già all’interno della causa di separazione, accorpando i procedimenti e risparmiando tempo e soldi.

Più attenzione verso i minori

Per quanto riguarda i minori, la riforma Cartabia stabilisce che questi vadano sempre ascoltati, naturalmente garantendo loro situazioni protette.
Proprio per cercare di avere subito tutti gli elementi importanti in mano, la riforma prevede anche che tra i documenti da presentare al giudice per avviare la causa di divorzio ci sia il “piano genitoriale”, con il quale i genitori spiegano come intendono regolare le attività dei figli relativamente alla scuola e alle attività extrascolastiche, nonché per le visite ai parenti e i periodi di vacanza.
Questi, sulla carta, i cambiamenti che verranno introdotti fin dal mese di marzo, anche se, come accennato, da parte degli esperti ci sono diversi dubbi su come le cose potranno andare in realtà, vista, soprattutto, la carenza di magistrati specializzati, anche alla luce del divieto, introdotto sempre dalla riforma, di delegare le istruttorie di questo tipo ai giudici ordinari. Se, dunque, da un lato si vogliono accorciare i tempi, ma dall’altro mancano i giudici che possono (solo loro) fissare le udienze, il cortocircuito è un pericolo concreto. Con la speranza che a farne le spese non siano, ancora una volta, i minori e le famiglie.