Elezioni politiche 2022. La “nuova” scuola per i partiti: tempo pieno per tutti, niente compiti a casa, bonus per scelta scuola

Tutti i programmi delle principali forze politiche dedicano spazio alla scuola, ma molto spesso le proposte sembrano essere scritte perché “qualcosa sulla scuola ci deve essere”, mentre manca una visione culturale di lungo respiro

Si può stilare un programma elettorale senza parlare di scuola? Evidentemente no. E, infatti, tutti i programmi delle principali forze politiche scese in campo per le elezioni del 25 settembre ne fanno riferimento. Purtroppo, però, l’impressione generale è che manchi un pensiero più articolato verso il mondo dell’istruzione, che non si limiti a prevedere qualche intervento estemporaneo (quasi sempre senza indicare le coperture economiche), ma metta la scuola al centro di un discorso sociale e culturale fondamentale per il rilancio del Paese.
Certo, forse si può obiettare che un programma elettorale non sia il mezzo migliore per farlo, ma il timore (e le tante esperienze passate) è che, proprio per la complessità del discorso scuola e per il suo ruolo fondamentale nella società, se anche buona parte di quanto viene proposto venisse messo in atto, la situazione di fondo non cambierebbe più di tanto.
Ciò premesso, vediamo cosa dicono relativamente alla scuola i programmi elettorali.

Tutti d’accordo sugli stipendi dei professori di scuola

Partiamo da un argomento su cui quasi tutti i partiti sembrano concordare: l’adeguamento degli stipendi dei professori, da portare a livello di quelli degli altri Paesi europei. PD e Terzo Polo insistono anche sulla necessità di introdurre una forma di crescita professionale, specie Azione e Italia Viva accennano anche a tutte le funzioni che un insegnante può avere nella scuola al di là dell’insegnamento.
Senza distinzioni di partito anche una generica “lotta al precariato” che sappiamo bene, poi, quanto sia complicato tradurre nella realtà.
Restando su un tempi generali e non di più stretta organizzazione scolastica, il programma della destra, e quello di Forza Italia nello specifico, puntano alla promozione della libertà di scelta delle famiglie attraverso il “buono scuola”, una misura che presumibilmente si rifà alla “dote scuola” della Regione Lombardia che offre alle famiglie un contributo per il pagamento delle rette delle scuole paritarie legalmente riconosciute. Il programma, però, non approfondisce meglio la questione e non indica le coperture per tale misura.

Tempo pieno per tutti e obbligo scolastico a 18 anni

Sul versante degli studenti e dell’organizzazione scolastica, anche le proposte sull’estensione del tempo pieno sono piuttosto trasversali e portate avanti da Forza Italia, PD e Terzo Polo. Quest’ultimo è l’unico che propone anche una riduzione del ciclo scolastico da 13 a 12 anni, con termine delle superiori a 18 anni e ingresso anticipato all’Università e al mondo del lavoro.
Verdi-Sinistra e Terzo Polo sono anche favorevoli all’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni.
Fratelli d’Italia, invece, dedica un pensiero anche ai compiti a casa degli studenti, affemando “il principio che la formazione si svolge principalmente in aula e che i compiti a casa devono essere gestiti con misura e buonsenso”.
Nei programmi di PD e Verdi – Sinistra Italiana è prevista una forma di gratuità per l’istruzione. Il PD si limita alla scuola dell’infanzia, estendendo la gratuità anche alla mensa, mentre Verdi e Sinistra Italiana prospettano una totale gratuità dall’asilo all’Università.
Come detto, però, le proposte sulla scuola non mancano di certo e toccano tantissimi altri aspetti: da chi punta a valorizzare le scuole professionalizzanti (Fratelli d’Italia in particolare, ma anche Lega, Forza Italia e Terzo Polo), a chi si schiera apertamente contro la didattica a distanza (Lega), a chi auspica una maggior numero di psicologi e pedagogisti (M5S).