Enti autorizzati: una sede in ogni regione. Esprimi la tua opinione

sceltaFormare le coppie sul territorio per offrire un servizio di sostegno e accompagnamento è essenziale per rispondere alla sfide dell’adozione. L’ente dovrebbe essere autorizzato a operare solo nelle regioni in cui ha la sede per seguire le coppie non solo nel momento della formazione, ma anche nella delicata fase dell’ingresso del figlio adottivo in famiglia.

Ad oggi, però, questo non avviene.

Le Linee Guida della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) prevedono, infatti, che l’ente possa accettare gli incarichi delle coppie residenti nella macro-area di appartenenza e perfino quelli delle coppie che hanno la residenza nelle regioni limitrofe alla loro macroarea. Nella pratica questo significa che una coppia di Milano, ad esempio, potrebbe dare l’incarico a un ente che ha la sede a Udine, con evidenti difficoltà per la formazione della famiglia adottiva, sia nella fase iniziale che in quella del post-adozione.

In questo modo gli aspiranti genitori adottivi non possono beneficiare di un adeguato sostegno da parte dell’ente, né appare possibile la collaborazione con i Servizi sociali a livello locale.

Ai.Bi. ha proposto, nel testo “Riflessioni e proposte per la riforma della legge 184/1983” presentato a interlocutori istituzionali, di promuovere la regionalizzazione degli enti, ovvero autorizzare gli enti a operare sole nelle regioni in cui hanno la sede. Ciò significa che gli enti potranno avere il mandato solo dalle coppie che risiedono sul territorio regionale. La regionalizzazione dell’ente permetterà di favorire il coordinamento tra Regioni, servizi sociali ed enti operanti sul territorio attraverso la stipula di Convenzioni (Protocolli regionali previsti anche dall’attuale normativa e fondamentali per ottenere standard garantiti di accompagnamento delle coppie).

Solo gli enti capaci di gestire un percorso di formazione in collaborazione con le realtà territoriali possono offrire un servizio di qualità, adeguato ai bisogni delle famiglie che intendono accogliere un bambino.

Partecipa al dibattito.

[poll id=”13″]