Fame di mamma. Fuggire di casa per rinascere a una nuova vita. La storia di Erin

Gli uomini che organizzano questo tipo di viaggi, senza tante domande, prendono i soldi: Erin dovrà cambiare ben quattro macchine e oltrepassare altrettante frontiere prima di essere scaricato, come un pacco, ai margini di una strada nella periferia di Bolzano

Erin è nato in un villaggio nei pressi di Tirana in Albania nel dicembre del 2005.
In quel villaggio ha vissuto la propria infanzia e la prima parte della propria adolescenza, poi la forza della disperazione è sopraggiunta, tanto da indurlo a spezzare tutti i legami e gli affetti e partire in cerca di un futuro migliore.

La famiglia di Erin

La sua famiglia resta nel villaggio di origine, la sorella,  poco più grande di lui, continua a lavorare come cameriera in un ristorante di Tirana, la madre fa la casalinga e, purtroppo subisce le violenze e le angherie del marito, padre di Erin, il quale ha una dipendenza da alcool talmente devastante, che non gli ha mai permesso di mantenere un lavoro per dare sostentamento alla propria famiglia.
Proprio a causa di questa situazione insostenibile, Erin, che frequentava una scuola per imparare fare il cuoco, interrompe gli studi e si chiude in sé, in uno stato di prostrazione che gli impedisce di vedere un futuro, nessuna luce in fondo al tunnel.

Fuggire di casa

Nel freddo di una notte dell’inverno, decide di lasciare dietro di sé ogni indugio, e di nascosto scappa da casa, porta con sé i pochi risparmi che ha e si incammina in direzione Tirana. Giunto in città, tramite un ex compagno di scuola, trova vitto e alloggio e una misera paga presso un ristorante, come lavapiatti. Dentro di lui però ormai la decisione è presa e la determinazione lo spinge a perseguire il suo intento, risparmierà fino a racimolare 300 euro, la cifra richiesta per il viaggio che lo porterà in Italia.

Verso l’Italia

E così, dopo tanta fatica e desolazione, arriva il giorno della partenza. Gli uomini che organizzano questo tipo di viaggi, sembra siano abitati a tali imprese. Senza tante domande, prendono i soldi.
A mezzanotte, al posto dell’appuntamento ci sono Erin e altri due ragazzi, soli e infreddoliti come lui. È già tardi e bisogna partire.
Erin siede sul sedile, posteriore, accanto al finestrino, vede le luci della città che si allontanano assieme alla propria infanzia che se ne va, un misto di tristezza, di eccitazione e di incertezza per quello che capiterà alla sua vita, prende il sopravvento dentro di lui.
Erin dovrà cambiare ben quattro macchine e oltrepassare altrettante frontiere prima di essere scaricato, come un pacco, ai margini di una strada nella periferia di Bolzano.
Fa freddo, la stanchezza e la fame gli annebbiano la vista. In questa mattina gelida in un paese straniero sarà difficile per Erin che parla un’altra lingua chiedere a qualcuno di aiutarlo. Ma la forza di volontà non lo abbandona, così grazie a un connazionale incontrato per caso, che si rende disponibile ad accompagnarlo,  riesce ad arrivare al posto di Polizia più vicino.

L’aiuto di Ai.Bi.

Erin non ha nessun documento, ha strappato tutto, anche il passaporto, per paura di essere rimpatriato. Così dopo essere stato sottoposto agli accertamenti del caso dai poliziotti, viene inviato al centro di pronta accoglienza di Bolzano, dove può finalmente rifocillarsi e riposare.
Passa qualche giorno ed Erin viene informato che verrà trasferito in una comunità fuori dalla provincia di Bolzano. Così una fresca mattina di primavera, il pulmino di Ai.Bi. arriva davanti al portone, si parte, destinazione Casa di Pinocchio.
Dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno, Erin viene iscritto a un corso di alfabetizzazione di lingua italiana, da subito si impegna e in breve tempo, comincia a scambiare parole con tutti, educatori e ragazzi, ormai si sente parte di una nuova famiglia.
Nel tempo libero, si unisce al gruppo dei ragazzi che giocano a calcio nella squadra del paese, comincia a svolgere con loro gli allenamenti e dopo un po’, gioca anche le partite del campionato di domenica.
Erin, che nei piccoli lavori di manutenzione della casa, ha sempre mostrato la propria propensione al lavoro manuale, una volta terminato il corso di alfabetizzazione, decide assieme agli educatori di iscriversi ad un corso di “operatore elettricista”, dove potrà sperimentarsi anche nel mondo del lavoro, attraverso degli appositi stage.

Casa Francesco, l’alloggio per i neomaggiorenni

Arriva il 5 dicembre del 2023 ed Erin diventa maggiorenne, grazie al proprio impegno e all’aiuto degli educatori, ottiene il prosieguo amministrativo della propria tutela, dal giudice del tribunale dei minori, e davanti a lui si aprono le porte di Casa Francesco, l’alloggio per i neomaggiorenni, dove la presenza degli educatori è molto limitata, e le responsabilità crescono, perché è ora di diventare “grandi”.
Dopo un periodo di ambientamento nel nuovo alloggio, aiutato anche dagli altri ospiti e dagli educatori Erin impara a gestire i soldi della paghetta per la spesa, il proprio tempo da dedicare agli impegni ed al tempo libero, a prepararsi i pasti ed a tenere in ordine la casa.

Un contratto di lavoro

Ma la notizia migliore è arrivata pochi giorni fa: grazie alla sua voglia di imparare e al suo impegno, l’artigiano elettricista che lo aveva avuto come stagista durante il periodo scolastico, gli offre un vero e proprio contratto di lavoro.
Erin è al settimo cielo, forse finalmente tutto il buio delle sofferenze passate è valso qualche cosa di prezioso, e la luce in fondo al tunnel è diventata luce di speranza e di gioia.

Un’Adozione a Distanza in Italia

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