Famiglia Cristiana denuncia il silenzio dei cattolici

don_sciortino_fc.jpg_871977061Nel Centrodestra i cattolici navigano nell’anonimato, fanno sentire la loro voce solo quando sono in ballo temi bioetici. Nel Centrosinistra, invece, sembrano svolgere un compito da gregari, per raccogliere voti nell’area moderata degli elettori. E’ questa la riflessione aperta nelle colonne di “Famiglia Cristiana” a seguito del clamore suscitato dal disegno di legge contro l’omofobia.

La scorsa settimana la Camera, approvando una pregiudiziale di incostituzionalità dell’Udc, ha bloccato l’iter di approvazione della legge che inseriva tra le aggravanti previste dall’art. 61 del Codice penale i fatti commessi «per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato».

Chi si opponeva al testo sollevava un’obiezione tutt’altro che infondata. Non si capisce perché l’aggravante debba riguardare solo i casi imputabili all’omofobia e non, invece e più correttamente, tutti quelli previsti dal Trattato di Lisbona, condannando qualsiasi forma di discriminazione fondata su «sesso, razza, colore della pelle o origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, handicap, età o tendenze sessuali».

Sarebbe bastato trasferire in toto queste indicazioni come aggravanti nel nostro Codice penale e il caso sarebbe stato chiuso prima ancora di aprirsi. Ma si è voluto, cavalcando l’indignazione suscitata da recenti e gravissimi fatti di cronaca (ai gay vittime di aggressioni va tutta la nostra solidarietà), forzare la mano, con una scelta ideologica, primo passo verso successivi riconoscimenti in fatto di matrimoni tra omosessuali e adozione per le coppie gay.

Il Centrodestra ha assorbito senza eccessivi traumi il dissenso di alcuni suoi esponenti che hanno votato contro la pregiudiziale di incostituzionalità. Nel Centrosinistra il voto favorevole di Paola Binetti ha scatenato un inutile putiferio, la caccia alla dissidente cattolica come capro espiatorio di ben altri gravi problemi del Pd. Su questi temi «non c’è la libertà di coscienza», s’è detto. Siamo proprio sicuri che fosse solo una questione di metodo, senza alcun riferimento ai valori? Viene il dubbio che nel Pd, per sanare presunte discriminazioni, si discriminino i cattolici. E non solo su questo tema.

Sia nel Centrodestra che nel Centrosinistra i cattolici hanno poca voce in capitolo, sono quasi mal sopportati. È il rapporto della politica nei confronti del mondo cattolico che non funziona: corteggiati come riserva di voti e consenso, i politici di estrazione cattolica vengono aspramente tacitati quando parlano di temi scottanti. Ai nostri politici, in maniera trasversale e a corrente alterna, piace molto ora la Chiesa del silenzio, talora il silenzio dei cattolici.