Family Act. Ai.Bi. alla Camera dei Deputati: “Investire sulla accoglienza con una dote ai bambini adottati e in affido”

Nella audizione in Commissione Affari Sociali proposto anche un fondo personale per i minori stranieri non accompagnati per un rientro dignitoso nel paese di origine

Nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante “Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, il cosiddetto Family Act, Ai.Bi. – Amici dei Bambini è stata ricevuta ieri, martedì 13 ottobre, nella persona della dottoressa Marzia Masiello, responsabile delle Relazioni Istituzionali dell’organizzazione, durante un’audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati.

Rispetto alla premessa – ha detto Marzia Masiello – salutiamo questo disegno di legge che ci consente di riflettere e di agire speditamente in un’ottica in cui vediamo elementi che ci sono propri e che salutiamo felicemente, a partire dall’assegno universale per i bambini, proprio perché il figlio è qui considerato un valore in un’ottica di investimento e non solo di contrasto alla povertà, che è un elemento cui far fronte ma sicuramente l’investimento necessita di una visione di più ampio respiro“. “Ci piace tra l’altro ricordare – ha detto ancora Masiello – il lavoro svolto in passato, anticipando i tempi, con il Forum delle Associazioni Famigliari per l’assegno per il figlio”.

Family Act alla Camera dei Deputati: patto va stretto tra istituzioni, famiglie e comunità educante

“Chiaramente in questo vediamo un’implicazione molto forte, quella cioè del nuovo patto che va stretto di alleanza tra le istituzioni, le famiglie, la scuola che sono pilastri fondamentali, come abbiamo visto durante la prima emergenza e la pandemia, che potranno incidere nella ricostruzione del nostro Paese. Un altro elemento però importante è quello della valorizzazione del ruolo dell’associazionismo, che non è solo sostitutivo o residuale ma, al contrario, diventa protagonista, in un’ottica, e in questo senso si sta muovendo il Terzo Settore, di co-progettazione e co-programmazione”.

“Nell’ambito del DDL – ha aggiunto ancora Masiello – vediamo un’urgenza di riconnessione tra le generazioni e con la stessa comunità educante come protagonista. Si pone poi il tema della denatalità e dell’inverno demografico, che è un problema europeo, con previsioni sul futuro abbastanza fosche, ma anche italiano. L’Italia tuttavia ha voglia di fare famiglia, il 46% degli italiani, secondo l’ISTAT ha voglia di avere due figli”.

Family Act alla Camera dei Deputati: serve un supporto per adozione e affido

“L’incoraggiamento della genitorialità, anche quella ‘del cuore’ – ha concluso Marzia Masiello – è proprio cara alla nostra mission associativa, lavorando noi per l’accoglienza dei minori fuori famiglia e sostenendo il supporto a politiche per la genitorialità: in tal senso abbiamo continuato a lavorare, anche durante il lockdown, nell’ambito dell’adozione, dell’affido, della cooperazione allo sviluppo. Anche in quella fase abbiamo registrato l’interesse di tante coppie e famiglie, non solo per l’Adozione Internazionale, ma anche nei confronti dell’affido, con un incremento di richieste di approfondimento del 52%. Ecco perché ci piacerebbe che le l’Adozione Internazionale e l’affido entrassero di diritto, nell’ottica del superiore interesse del minore, e in una logica sistemica nei ragionamenti che stiamo facendo. Sono stati presentati i dati dal ministro Bonetti anche pochi giorni fa e si può vedere come la situazione della genitorialità adottiva sia abbastanza critica, perché questo è un settore che abbiamo visto versare in un declino che, pur figurando l’Italia sempre al secondo posto tra i Paesi più accoglienti, non riusciamo più neppure ad avvicinare i numeri dell’ormai lontano 2010, essendo passati da 4mila adozioni alle neanche mille dello scorso anno. Certo le cause sono diverse, tra queste il permanere di una preminenza culturale data al legame di sangue e la scelta conseguente di molti Paesi d’origine di trattenere i bambini anche se questi sono abbandonati, oltre a una cattiva reputazione dell’adozione frutto di notevoli attacchi mediatici negli anni passati, ma in tutto questo è fondamentale lavorare affinché il Governo, come sottolinea la stessa relazione, possa dare una nuova sistematizzazione, con un’ampia riflessione su quella che è la politica dell’accoglienza. Noi allora chiediamo, nell’ottica del bambino come portatore di diritti all’interno della famiglia, una dote di 10mila euro per ogni adozione internazionale, che potrebbe essere inserita nell’ambito dei ragionamenti che si stanno facendo, con un impegno di spesa complessivo di circa 20 milioni di euro, una razionalizzazione delle spese relative agli affidi, quindi interpretando anche i bimbi in affido come portatori di diritti in capo a loro, e la strutturazione dell’affido internazionale sia dal punto di vista normativo che del lavoro sui MISNA che si trovano attualmente nelle case di accoglienza e nelle strutture di accoglienza. Così, attraverso una dote, si potrebbe pensare anche a progetti di integrazione sul territorio o di rientro nel Paese d’origine, lavorando insieme a strutture di accoglienza, servizi sociali e famiglie”.