Gabicce 2015. Adolfo Garcia (CORA) “Aprire a nuovi Paesi: la ricetta della Spagna per superare la crisi delle adozioni”

gabicce convegnoCome funziona il sistema delle adozioni internazionali in Spagna? Con quali Paesi adotta la Penisola iberica? Ma soprattutto cosa sta facendo il Governo spagnolo per contrastare il tracollo dell’accoglienza ha subito dei contraccolpi? Tanti interrogativi corrispondenti ad altrettante tematiche che saranno affrontate da Adolfo Garcia, Coordinatore CORA – Coordinadora de Asociationes en Defensa de la Adópcion y el Acogimiento, che sarà presente al convegno internazionale di Gabicce, in programma il 26 e 27 agosto a Gabicce Mare.

Garcia è uno dei protagonisti della tavola rotonda, assieme agli altri relatori di fama internazionale: l’appuntamento clou della XXIV Settimana delle famiglie di Amici dei Bambini.

Abbiamo incontrato Garcia e posto alcune domande che anticipano i temi che svilupperà il 26 e 27 agosto.

Chi si occupa delle adozioni internazionali in Spagna?

In Spagna, attualmente, le organizzazioni che realizzano questo servizio di intermediazione nei processi di adozione internazionale, si chiamano ECAI (Entità Collaboratrice in Adozione Internazionale). Prossimamente, verrà modificata la legislazione e queste organizzazioni si chiameranno Organismi Accreditati.

 

Esistono due federazioni di questi organismi : La Federazione Spagnola di Ecais (FEECAI), e la Federazione autonoma di Ecais (FIDECAI). La prima è composta da 9 enti autorizzati, mentre la seconda da 13. È interessante segnalare che l’ente autorizzato che ha concluso il maggior numero di adozioni internazionali in Spagna non appartiene a nessuna delle due organizzazioni.

Per quanto è di mia conoscenza, queste federazioni realizzano servizi di rappresentanza degli enti autorizzati di fronte al Governo Spagnolo. Per esempio, sono membri, esattamente come CORA, del Consiglio Esecutivo di Adozione Internazionale che è l’unico organo collegiale che il Ministero della Sanità e Politiche Sociali tutela nel momento in cui si prendono decisioni riguardanti il tema dell’adozione internazionale.

Una delle sue ultime azioni è stata quella di chiedere, attraverso un gruppo di politici del Parlamento Spagnolo, l’apertura del sistema di adozione internazionale verso altri Paesi. Questo perché in Spagna si può inoltrare una richiesta di adozione internazionale solo in 30 Paesi stranieri, mentre nel resto dei Paesi europei il numero di Paesi con i quali si può portare avanti un’adozione è circa 45.

 

Quale tipo di influenza può avere avuto, nel suo Paese, l’introduzione delle nuove pratiche di procreazione artificiale, come la fecondazione eterologa, sulla diminuzione delle richieste di adozione internazionale?

 

La diminuzione delle adozioni internazionali ha comportato che il numero delle gestazioni surrogate sia aumento significativamente in Spagna, nonostante sia un processo illegale nel nostro Paese. Si stima che nell’anno 2014, il numero di bambini nati attraverso la gestazione surrogata sia stato di 1400, mentre il numero di bambini arrivati tramite l’adozione internazionale sia stato inferiore ai 1200.

Le agenzie coinvolte nei processi di gestazione surrogata hanno raddoppiato il volume di affari in soli 2 anni.

Nonostante ciò, crediamo che non si possa attribuire la colpa della diminuzione delle adozioni internazionali solo all’utilizzo di queste tecniche di procreazione artificiale dato che l’aumento di queste ultime è successivo rispetto alla diminuzione delle adozioni internazionali.

Quali altre cause potrebbero spiegare questa diminuzione?

Alcune delle cause che possono spiegare questa diminuzione delle adozioni internazionali in Spagna sono le seguenti :

–          Stati che riformano la loro legislazione limitando il profilo degli adottati o degli adottanti;

–          Stati che vietano l’adozione internazionale (Marocco) o che sono chiusi alle autorità spagnole (Mali)

–          Stati che iniziano a funzionare con il contingentamento di minori adottabili (Filippine) e di enti autorizzati (Kazakistan).

–          Aumento del numero di Stati firmatari della Convenzione dell’Aja. L’ultima conseguenza di questa Convenzione è la diminuzione degli Stati in cui è possibile adottare perché alcuni di essi non possono adattarsi alle condizioni poste da essa.

–          Il fattore più importante è il cambiamento del profilo dei minori adottabili. Da un lato, la maggior parte delle famiglie che hanno richiesto di adottare un bambino, lo hanno fatto per un minore sano e il più piccolo possibile, mentre i bambini adottabili sono per la maggior parte minori con bisogni speciali (bambini con patologie, gruppi di fratelli e bambini con più di 3 anni di età).

Ed ecco che i bambini più grandicelli continuano a rimanere negli istituti. E più il tempo passa, più si allontana per loro la possibilità di trovare una famiglia che li accolga. Bambini ‘speciali’ per la loro età che vivono sulla propria pelle continuamente il dramma dell’abbandono. Anche di loro si parlerà nel corso del convegno internazionale di Gabicce.  Una pluralità di tematiche e voci a confronto alla ricerca di una soluzione. Scarica il programma completo del convegno, iscriviti e dì la tua sul delicato tema delle adozioni internazionali.