“Genitore 1 e genitore 2: il passo indietro del Ministro Kyenge”

kyengeMa quali genitori 1 e 2! Anche i cybernauti si sono scagliati contro la proposta di sostituire nei documenti ufficiali le parole ‘madre’ e ‘padre’. Levata di scudi anche da parte del quotidiano «Avvenire». Su Twitter è tutto un fiorire di frasi spiritose e feroci contro Cécile Kyenge.

Alla Ministra dell’Integrazione era piaciuta la proposta avanzata da Camilla Seibezzi, delegata ai ‘Diritti Civili e alla Politiche contro le discriminazioni” del Comune di Venezia. Secondo Seibezzi (Pd) bisognerebbe indicare sui certificati di nascita, o anche sui moduli d’iscrizione a scuole e asili, “genitore 1” e “genitore 2”. Perché? Perché ‘padre’ e ‘madre’ sarebbero termini obsoleti. Tanto più che Stati come Francia, Spagna e Stati Uniti hanno scelto da tempo termini che non discriminano i figli di coppie omosessuali e annullano la distinzione fra coppie di genitori eterosessuali e gay, usando un termine più “inclusivo“.

A Venezia la sortita di Cécile Kyenge è stata: «Mi sono sempre battuta per le pari opportunità. Se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo». Poi l’indomani il passo indietro è arrivato per bocca del suo portavoce: «Il Ministro ha semplicemente espresso una riflessione sulle pari opportunità. Le successive interpretazioni sono pertanto una distorsione del suo pensiero».

«Avvenire», il quotidiano della Cei, aveva definito «stupefacente» il commento della Kyenge, aggiungendo: «Mentre continua a sperimentare sulla sua stessa pelle la follia e la malizia razzista, il ministro Kyenge si mostra disposta a scivolare tra quanti vorrebbero negare anche lessicalmente la fertile differenza di natura».