Gli Stati generali del Sociale: sei passi oltre la crisi economica

Negli Stati Generali del Sociale e della famiglia del 26 e 27 giugno 2012, Roma Capitale lancia un appello alle Autorità di Governo perché siano raccolti i seguenti punti, essenziali per la coesione e lo sviluppo sociale.

1) RIPRISTINARE GLI INVESTIMENTI NELLE POLITICHE SOCIALI

Roma Capitale deve continuare ad impegnarsi per difendere la spesa sociale a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, concentrando i tagli necessari al risanamento in altri settori della Pubblica Amministrazione.

Per rendere sostenibile economicamente questo impegno, si chiede il ripristino e la stabilizzazione ai valori dell’anno 2008 dei Fondi stanziati dallo Stato per la spesa sociale. Nel 2008, infatti, le sei principali fonti di finanziamento statale delle politiche sociali erano dotate di 1962 milioni di Euro; tale dotazione è oggi ridotta a 229 milioni con taglio del 89%, mentre il Fondo Nazionale per la non autosufficienza risulta azzerato. Il ripristino degli stanziamenti per le politiche sociali deve essere considerato un investimento per garantire non solo la coesione sociale ma lo sviluppo e l’occupazione, attraverso la crescita della rete di imprese specializzate nei servizi alla persona.

2) GARANTIRE I LIVELLI DI ASSISTENZA SOCIALE COME AVVIENE PER LE PRESTAZIONI SANITARIE

Roma Capitale, approvando rapidamente in Assemblea Capitolina il nuovo Piano Regolatore Sociale, deve impegnarsi per realizzare, con il Bilancio 2013, un percorso sperimentale di attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali.

Attualmente lo Stato considera i livelli di assistenza sanitaria come un diritto non derogabile, ma altrettanto non avviene per i bisogni di natura sociale. Tale differenziazione genera squilibrio fra l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria e il non riconoscimento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali, condizionati dalla disponibilità economica degli Enti Locali e non al bisogno dell’utenza. Governo e Parlamento devono intervenire a livello legislativo affinché venga riconosciuto e attuato il diritto ad un livello accettabile di assistenza sociale non condizionato dalle disponibilità finanziarie.

3) GARANTIRE L’INTEGRAZIONE DEL SISTEMA SOCIO-SANITARIO

Regione Lazio e Roma Capitale devono avviare, attraverso le Asl e l’assistenza domiciliare dei Comuni, concrete sperimentazioni per l’integrazione dei servizi sociali e sanitari. Infatti gli elementi costitutivi del welfare, quello sanitario e quello sociale, non sono organizzati in base a una programmazione unica, ovvero secondo i principi di integrazione sociosanitaria contenuti nella Legge 328/2000 e nei DPCM del 2001. Questa situazione deve essere superata attraverso la concertazione – tra Stato, Regioni e Comuni – per individuare subito nuove soluzioni legislative e regolamentari finalizzate ad attuare i principi della Legge 328/2000 e dei DPCM del 2001.

4) FATTORE FAMIGLIA, UN INVESTIMENTO SUL FUTURO

Roma Capitale, dopo aver applicato il “Quoziente Roma” alle tariffe sui rifiuti, deve estendere ad altri tipi di imposte e di tariffe questa rimodulazione dell’ISEE a favore delle famiglie, in modo da realizzare a livello comunale i principi del quoziente familiare.

A livello nazionale si chiede l’introduzione del “Fattore Famiglia” per creare un sistema fiscale e tariffario a dimensione familiare.

siamo convinti che sia proprio durante i momenti di crisi che bisogna attuare riforme che tutelino il reddito delle famiglie, alimentando la speranza di futuro che porta alla nascita di nuovi figli e promuovendo la responsabilità sociale di chi accoglie anziani e soggetti fragili nel proprio ambito familiare.

5) GIOVANI E LAVORO: VIA LIBERA ALL’AUTOIMPRENDITORIALITÀ

Roma Capitale nel bilancio 2012 ha previsto un fondo di 15 milioni di euro (ulteriormente incrementabili con l’intervento di Invitalia e della Camera di Commercio) per l’autoimprenditorialità giovanile, la creazione di nuovi posti di lavoro tra le giovani generazioni e la stabilizzazione dei lavoratori precari.

È necessaria una mobilitazione di tutte le Istituzioni e delle Associazioni di categoria. Ciò richiede risorse per le start-up; facilitazioni, semplificazioni e supporto manageriale e finanziario nell’avvio di attività commerciali, artigianali, di piccola impresa; creazione, in particolare nei territori in ritardo di sviluppo, di distretti specifici di autoimprenditorialità giovanile. Per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani impegnati nei diversi contesti associativi ed istituzionali è altresì importante investire nel servizio civile non solo come forma di impegno sociale e civico. È necessario abbattere tutte le “barriere agli accessi”, quali formazione, inserimento occupazionale, creazione d’impresa, casa, credito, asili nido, per favorire l’autonomia dei giovani, il loro accesso al mondo del lavoro, la possibilità di formarsi una famiglia.

Si richiede al Governo di adottare provvedimenti legislativi atti a definire un Piano Strategico per l’Occupazione Giovanile che contempli le misure suindicate e specifiche dotazioni economiche da trasferire annualmente agli Enti Locali.

6) POLITICHE PER LA COMUNITÀ: INVESTIRE IN INFRASTRUTTRE DI COESIONE SOCIALE

Roma capitale, in collaborazione con il Terzo settore, deve sostenere e promuovere nuove esperienze di “poli della solidarietà” dove siano concentrate forme diverse di iniziative comunitarie rivolte non solo ai soggetti fragili, ma a tutti i cittadini del territorio.

Recuperando strutture urbane in disuso, nelle città vanno creati luoghi di relazioni diversi da quelli consumistici, attraverso l’impegno di tutte le Istituzioni per la nascita di Infrastrutture di Coesione Sociale (ICS), veri e propri presidi di integrazione comunitaria e di stimolo alla partecipazione. L’obiettivo è lanciare un piano per finalizzare al sociale una parte significativa del patrimonio pubblico non utilizzato, riadattando grandi edifici e spazi dismessi, per organizzare al loro interno una filiera integrata di presidi, servizi e interventi sociosanitari e sociali, aperti ad ogni forma di bisogno e a cittadini di tutte le età. In questi contesti sarà possibile inserire anche attività diversificate di animazione gestite direttamente dalle tante forme di autorganizzazione dei cittadini e rivolte ai territori in cui le Ics sono situate.

Si chiede al Governo di attivarsi nelle modalità opportune affinché edifici pubblici attualmente inutilizzati siano conferiti all’Amministrazione Capitolina e vengano previste apposite dotazioni finanziarie atte a consentire la riconversione.