Gran Bretagna. I segreti per adottare un figlio già grande.

bimbo grandeAccoglienza, accettazione e condivisione. Questi sono i valori base per il successo di una famiglia allargata. Una famiglia all’interno della quale siano accolti e amati allo stesso modo figli naturali, adottivi e in affido. Ad esserne certa è Cathy Glass, mamma adottiva e affidataria (oltre che biologica) e autrice di vari libri sull’argomento (l’ultimo pubblicato “E tu mi vorrai bene?”, due milioni di copie vendute in Inghilterra e da poco uscito in Italia). Per i suoi lettori è la maestra dei casi difficili. Partendo dal suo caso personale, l’adozione o l’affido di un bambino già grande, Cathy Glass passa in rassegna le problematiche legate all’accoglienza di un bambino grande.

“I bambini risentono fortemente delle esperienze che vivono, positive o negative – dice l’autrice -, e questo si riflette sul loro comportamento. Un bambino trascurato o abusato può essere introverso o arrabbiato, avere incubi, soffrire di disordini alimentari o bagnare il letto. Anche se un bambino può sentirsi sollevato e grato per essere parte di una nuova famiglia, può anche avere paura di un nuovo rifiuto e non lasciare che nessuno gli si avvicini. Quanto più lunga è stata la sua sofferenza, tanto più lungo sarà il tempo che impiegherà per amare di nuovo”.

Per quanto lei stessa definisca le sue giornate molto piene, non cambierebbe una virgola della sua vita così intensa. Anche se il tutto è frutto di delicati equilibri tra attività familiare quella professionale di scrittrice e civile nel campo dell’affido familiare. “Le mie giornate sono davvero piene – continua – ma lo sono allegramente. Non cambierei nulla. Mi rendo conto di quanto sono fortunata ad essere sia una mamma affidataria sia un’autrice“.

Per poi illustrare gli errori che un genitore adottivo o affidatario non dovrebbe mai commettere. “Criticare la famiglia naturale del bambino – spiega – non essere sincero; avere aspettative irrealistiche su di lui, che così si sentirà sotto pressione per non deludere. Inoltre, è facile sentirsi così dispiaciuti per le sofferenze che ha vissuto un bambino, da compensare eccessivamente. Ma tutti i bambini, per comportarsi in modo equilibrato, hanno bisogno di confini, così come necessitano di amore, interessamento e comprensione”.

L’autrice fa, infine, un preciso riferimento alla delicata situazione in Gran Bretagna. Qui infatti, “è difficilissimo adottare un neonato sano, perché ci sono moltissime coppie che ne fanno richiesta. E’ più facile adottare un bambino più grande o con bisogni particolari. E’ importante che un bambino che non può vivere con la famiglia naturale trovi una famiglia adottiva il prima possibile, ma non a discapito dei diritti della famiglia natale. A cui bisogna dare la possibilità di verificare se, con adeguato supporto, può occuparsi essa stessa dei propri figli”.

Fonte (Famiglia cristiana.it)