Gravissime dichiarazioni del vicepresidente CAI: “Ancora troppi gli enti che comprano bambini all’estero “

dellamonicaDichiarazioni gravi. Gravissime. Da fare tremare i polsi. Parole pesanti come macigni che non passano inosservate soprattutto se dette e ripetute in più di un’occasione pubblica. Vere e proprie sentenze di colpevolezza. Se fossero vere.

Perché il punto è proprio questo: le dichiarazioni rilasciate da Silvia Della Monica, vicepresidente della CAI (Commissione Adozioni internazionali) sono vere, verosimili o infondate? Nel primo caso (se fossero vere) la vicepresidente dovrebbe andare al di là dei proclami e fare nomi e cognomi. Nel caso fossero infondate, è lecito chiedersi il motivo di tali dichiarazioni “populiste”, per la serie “cui prodest” ( “a chi giovi”…ndr). Ma facciamo un passo indietro.

Lo scorso 26 novembre Silvia della Monica intervenendo a Bologna, al convegno “Affido e adozione…In cammino verso nuove frontiere”, organizzato da CaMmiNo (Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minorenni) parlando di adozioni internazionali, si è lasciata andare a dichiarazioni pesanti che hanno tutto il sapore di accuse.

In Italia esistono ancora enti che propongono adozioni internazionali, ma che lo fanno comprando i bambini – ha detto -, una prassi ‘che va superata’ estirpata, poiché  questo non è giustificabile, anche se si vuole adottare per fare un gesto di solidarietà“.

Terribile, un macigno. Un cancro da combattere, da estirpare. Ci si aspetterebbe dunque ulteriori dettagli, ulteriori particolari, capire chi sono, chi commette questi reati. Ci aspetterebbe nomi e cognomi o almeno  interventi e provvedimenti concreti contro i “colpevoli”. E invece nulla.

Della Monica continua facendo riferimento al diritto del bambino da tutelare “non è la famiglia che deve avere un bambino, ma è il bambino che deve avere una famiglia“, per poi fare un ulteriore affondo dicendo “nell’adozione si scelgono procedure illegali, si mette a rischio lo stesso bambino“. Rimanendo ancora una volta nel vago e lasciando i presenti al convegno sospesi nel “mistero”. A chi si riferisce? Chi fa traffico? Bisogna avere paura? Di chi mi posso fidare? Ma il tutto cade nell’oblio.

Passano mesi, tutto tace fino ad un’intervista a  “Controradio” (venerdì 26 febbraio)  in cui la vicepresidente Della Monica, che ricordiamo riveste anche il ruolo di Presidente della Cai, torna sull’argomento, con la stessa tecnica del “dico e non dico”.

Ad una domanda del giornalista risponde, (testuali parole) “stiamo combattendo la mentalità di coloro che invece che insistono sulla quantità. Magari non fanno adozioni pulite…si viene a corrompere una cultura e una ricchezza importantissima dell’Italia…se convinci una famiglia che anche se un bambino lo compri dalla sua famiglia d’origine, lo strappi dalla povertà, lo fai passare come una cosa positiva quando invece è inaccettabile sul piano dei diritti umani mettendo in discussione la serietà e la correttezza delle adozioni internazionali”. Ci risiamo: frasi nette ma non chiare.

Chi si macchia di tutto ciò? Contro chi combatte Silvia Della Monica? Chi convince le famiglie a pagare e a comprare i bambini? Chi è reo di traffico di bambini? Quesiti e dubbi che rimangono sospesi nel vuoto: allusioni  che rasentano la diffamazione oltre a fare terrorismo psicologico tra le coppie in attesa di adottare o che hanno appena intrapreso l’iter.

Lo riprova proprio la reazione di singoli e famiglie che sui social chiedono chiarimenti e trasparenza al “grido” di “sospendere o le #adozioninternazionali o la CAI”. Perché il sentimento comune è “invece di sparare a zero, si dicano i nomi” e si intervenga concretamente. Insomma, sono stati presi dei provvedimenti? Se si, quali? Se no, perché no? Altrimenti per l’appunto c’è da chiedersi “a chi giovi” tutto ciò…

Fonte: Agenzia DIRE e controradio.it