Guatemala: un Paese dimenticato

bimbi messico 150Nessuno ne parla, ma il Guatemala sta vivendo una profonda crisi. Nell’area nord-orientale del Paese la mancanza di acqua mette a dura prova le già scarse coltivazioni, che rappresentano l’unica fonte di sopravvivenza della popolazione. Negli ultimi nove mesi la situazione è peggiorata drasticamente; lo riporta oggi il quotidiano “Avvenire”.

La siccità ha fatto quest’anno quasi 500 morti, tra cui 54 bambini. Sono 54mila le famiglie denutrite, al tre 350mila a rischio. Il presidente della Repubblica Álvaro Colom è stato costretto a proclamare lo “stato di calamità”, che con sentirà allo Stato di comprare viveri di emergenza senza dover passare per lunghe gare di appalto.

Colom ha chiesto aiuto anche alla comunità internazionale. Ma è stato onesto nell’analizzare il problema: “Una lunga storia di disuguaglianza – ha ammesso recentemente – fa sì che il Guatemala viva da molti anni in una situazione di estrema povertà e denutrizione.” I cambiamenti climatici, con il surriscalda mento globale, e la crisi economica mondiale sono solo fattori aggravanti. Un’analisi condivisa anche dall’Onu. «Il Paese ha notevoli risorse naturali. La siccità è un flagello. Ma fame e povertà che colpiscono i campesinos sono il prodotto della disuguaglianza sociale», ha spiegato Olivier de Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite per i problemi alimentari, che negli scorsi giorni ha visitato le zone colpite.

Il Guatemala è in effetti uno dei Paesi del l’America Latina che più ha conosciuto crisi, ingiustizie e sviluppo disordinato e sofferto negli ultimi decenni. Lo Stato di diritto è stato ripristinato solo nel 1996, dopo una guerra civile tra governi autoritari di destra e guerriglieri di sinistra durata 36 anni. Un conflitto che ha fatto centinaia di migliaia di vittime: militari, guerriglieri, ma anche incolpevoli popolazione indigene Maya, letteralmente perseguitate nel corso degli anni Settanta e Ottanta.

Il Guatemala vive essenzialmente di agricoltura e turismo. Troppo poco per i suoi 13 milioni di abitanti. Infatti, è il Paese dell’America Latina con il più alto tasso di povertà, battuto solo da quello di Haiti. Basta poi una stagione particolarmente arida perché anche gli alimenti base per la sopravvivenza divengano indisponibili: a causa della siccità, quest’anno il 36% del raccolto del mais e il 58% di quello di fagioli sono andati perduti.

Gli aiuti intanto hanno cominciato a raggiungere Città del Guatemala: 20 tonnellate di gallette sono state inviate dal Programma mondiale di alimentazione (Pam), mentre alimenti per sei milioni di euro so no stati messi a disposizione dalla stessa Onu. Il Pam ha però detto che i fondi risultano insufficienti e gli Stati membri devono immettere denaro fresco. Così ha fatto l’Unione Europea, stanziando 15 milioni di euro.

Superata l’emergenza, il governo guatemalteco punterà su un piano strategico per l’alimentazione di durata quadriennale (fino al 2013). Esso prevede, fra l’altro, che ogni famiglia povera riceva ogni mese quasi 40 dollari purché mandi i figli a scuola. Per gli esperti, però, si tratta di una goccia nel mare.

Come sempre, in questi casi, quello che nel lungo periodo potrebbe dare frutti è l’istruzione. Occorrerebbe che i contadini poveri imparassero e avessero accesso a nuove tec niche per immagazzinare l’acqua, potesse ro servirsi di nuove sementi per diversifica re le colture, apprendessero a gestire dentro la propria famiglia un piccolo orto. La Fao ha proposto questa ricetta al presiden te Colom. Costo: 18 milioni di dollari per 4 anni. La comunità internazionale saprà dare fondi e professionalità al servizio dei campesinos denutriti del Guatemala?

Un appello del presidente alla comunità internazionale Interventi del Pam e della Ue. Una crisi dimenticata.