Haiti: cresce l’emergenza colera, oltre 400 le vittime

Il presidente di Haiti,  Rene Preval, ha confermato che nel paese c’è un’epidemia di colera, che secondo i dati del Ministero della sanità haitiano ha già causato almeno 400 morti. Il colera si è sviluppato e manifestato velocemente prima nella regione haitiana del Plateau, centro, e di Artibonite, nord, per poi raggiungere la capitale Port-au-Prince.

Ad appena nove mesi dal terremoto che ha causato la morte di oltre 200.000 persone, Haiti sta dunque attraversando un’altra profonda crisi umanitaria, che tocca nel profondo i diritti elementari di chi è già stato costretto ad abbandonare tutto ciò che possedeva per allontanarsi dai luoghi del sisma.

Il colera è apparso sull’isola per la prima volta, dopo oltre un secolo, a causa della cattiva qualità dell’acqua potabile. Il fiume Artibonite, nell’omonima regione, è ritenuto il focolare dell’epidemia. I medici e le organizzazioni umanitarie, privi dei supporti sanitari adeguati, non riescono a far fronte all’emergenza. Violenti attacchi di diarrea portano facilmente i malati a perdere in quattro ore anche il 10 per cento del loro peso e, se non vi è un intervento medico adeguato si giunge alla morte per disidratazione anche in meno di 24 ore.

Ora la paura è che l’epidemia si propaghi anche in ospedale. ”Non possiamo continuare a curare i malati di colera in una struttura dove sono ricoverati altri pazienti – ha detto il responsabile della sanità nel nord di Haiti, Dieula Louissant – Abbiamo bisogno di un centro specializzato”.

Si teme che l’epidemia possa propagarsi, soprattutto tra i bambini. “Le persone con un basso livello immunitario, come i bambini malnutriti, rischiano di morire, se infettati” ha dichiarato il dottor John Andrus, vicedirettore del Pan American Health Organization.

Inoltre se il virus del colera dovesse raggiungere anche gli sfollati dei campi profughi, ubicati nei dintorni della capitale Port-au-Prince, sarebbe davvero la fine. Ed è proprio nel timore che ciò possa accadere che le organizzazioni umanitarie si stanno impegnando nell’ardua impresa di cercare di contenere il contagio. A Port-au-Prince vivono in condizione disagiate e carenti igienicamente oltre un milione di persone.