I 94 profughi siriani arrivati a Milano: “Ci hanno separato dai nostri bambini”

Milano_news_200Hanno vissuto un’epopea incredibile: fuggiti dalla guerra, sono sbarcati in Italia, per attraversare la penisola e giungere fino alla stazione di Milano Centrale. “Smarrendo” 30 bambini lungo il tragitto. È passato quasi inosservato, quest’ultimo particolare del racconto fatto dai 94 profughi siriani arrivati nel capoluogo lombardo, ma è forse uno degli aspetti più inquietanti di tutta la storia che hanno raccontato ai cronisti.

Di 30 minori, separati dalle famiglie in occasione dello sbarco, non è dato sapere il destino. “Quando siamo arrivati in Sicilia”, hanno raccontato i migranti, i soccorritori hanno diviso uomini, donne e bambini sui barconi.

Che sistema di accoglienza è – viene da chiedersi – quello che divide figli e genitori e non è capace di trovare una sistemazione adeguata per gli e per gli altri?

Il Comune di Milano, intanto, ha alzato bandiera bianca: dopo aver assistito 1.800 profughi dall’inizio dell’emergenza Siria, ha dichiarato di non avere più posti disponibili presso le strutture messe a disposizione sul territorio.

“Assistiamo a una totale assenza di una politica nazionale dell’accoglienza”, ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. “Non possiamo che registrare una totale incapacità, a livello di governo centrale, di gestire dei flussi che sono ampiamente ipotizzabili.”

Costretti a salire sui barconi con le armi in mano, sotto minaccia di morte, i profughi siriani hanno raccontato il loro dramma, che tante volte abbiamo ascoltato, ma a cui è difficile abituarsi. “I volontari ci hanno accolto dopo un viaggio per mare tragico, pagato anche 5mila euro a famiglia per salire sui barconi degli scafisti, dove abbiamo visto morire conoscenti e familiari e perso con loro, in mare, documenti e soldi.”

Dopodiché, arrivati in Italia, hanno “perso” pure i bambini.

Quale che sia la sistemazione trovata per i piccoli, una cosa è certa: si ritrovano in un paese per loro straniero – l’Italia – rinchiusi in chissà quale struttura, soli e separati dalle proprie famiglie. Possibile che nessuno si scandalizzi per questo?