I bambini abbandonati della Moldova: piccole piante senza radici

albero20genealogicoRicostruire l‘albero genealogico della propria famiglia può creare un profondo senso di vuoto per i bambini cresciuti senza genitori, “senza radici”. E’ questa la riflessione di Mihai, un alunno che frequenta la scuola dell’istituto moldavo di Carpinemi.

L’occhio attento di Nina Secrieru, assistente sociale che lavora nell’istituto insieme allo staff di Ai.Bi., ha riportato le emozioni del bambino:

“Ogni albero, per poter crescere deve avere delle radici forti. Altrettanto succede con le persone. I bambini orfani non hanno un passato, non hanno delle “radici” ed alcuni di loro, neppure una famiglia.

Nell’istituto di Carpineni, durante una lezione di romeno, gli alunni della 4° elementare hanno avuto come compito quello di disegnare l’albero genealogico. E’ stato chiesto ai bambini di alzarsi in piedi e presentare il loro compito. Tutti ascoltavano in silenzio e con tanta attenzione le varie presentazioni, esposte a turno dai compagni. Tutti i bambini rispondevano orgogliosamente alle domande della maestra circa le loro origini.

Quando è arrivato il turno di Mihai, il bambino si è alzato in piedi ed ha fatto la presentazione del suo “Albero” con una semplice frase. Mihai ci ha solo detto: “Io sono dal distretto di Cimislia, villaggio di Topala, sul tronco del mio albero c’è scritto “Non ho madre, non ho padre”; su uno dei rami c’è scritto il nome di mio fratello: Igor”.

Nella classe è calato il silenzio e tutti i bambini si guardavano senza capire perché il compito di Mihai fosse così breve. In quel momento, Mihai ha abbassato la testa e ha detto: “Da me non viene nessuno… nessuno mi prende e mi porta a casa… “

Nessuno aveva mai visto Mihai così triste, perché i compagni lo considerano un bambino sempre pieno di allegria e vivace.

Anche la maestra era rimasta senza parole e, dopo un breve momento di disagio, si è avvicinata a Mihai per aiutarlo a compilare le parti dell’Albero. Gli ha detto che non deve credere di essere solo al mondo, visto che ha un fratello maggiore che gli vuole bene e le persone del villaggio gi sono sempre vicine.

È questo il modo in cui cerchiamo di aiutare i bambini senza famiglia a non sentirsi soli… Non sempre riusciamo a coinvolgere anche “i vicini di casa” dei nostri beneficiari, o semplicemente, la gente di un paesino a diventare delle persone di riferimento per i bambini senza casa e senza genitori. Ma fin quando non ce la faremo, non smetteremo mai di lottare per queste piccole “piante senza radici”.