I care leaver in Kenya. Il racconto di Mark, uno di loro

(Nairobi) Arriva dallo staff locale del Kenya la testimonianza di Mark: un adolescente che, compiuti i 18 anni, ha dovuto lasciare l’istituto e all’improvviso si è trovato ad affrontare una serie di difficoltà, senza avere nessuno su cui contare.

Di seguito la sua testimonianza:

“E’ tempo di affrontare la realtà: nel mondo ci sono milioni di giovani che hanno lasciato gli istituti e come me stanno incontrando una serie innumerevole di ostacoli psicologici, sociali ed emotivi.

Mi ritengo un ragazzo privilegiato perché, a differenza di tanti amici, ho una buona salute, istruzione, sostegno psicologico. Nonostante questo, ogni giorno mi chiedo “che vita è questa?” perché sento che mi è mancato qualcosa di fondamentale nella vita: l’affetto di una famiglia. Il peso della solitudine è diventato insopportabile quando mi sono trovato fuori dalle mura del’istituto. Solo ad affrontare la vita, senza essere ancora preparato.

Questo non è successo solo a me, ma a molti giovani che si sono ritrovati nella mia stessa situazione. Quando sono uscito dall’istituto sono andato a vivere da solo e un amico mi aiutava nelle attività di tutti i giorni, anche nella gestione dei pochi soldi che avevo risparmiato. Ho trovato qualcuno che mi ha aiutato a frequentare l’Università e ho studiato per il diploma in assistente sociale. Cercavo di lavorare di giorno per guadagnare qualcosa.

Tutti mi conoscono come educato e silenzioso: in realtà dietro tutto questo c’è una sorta di vergogna, un senso di inferiorità perché sono un orfano. A 20 anni ho ricevuto il primo abbraccio e non è stato certo nell’istituto. In istituto mi dicevano che ero pigro e non avevo sogni, ogni giorno era uguale all’altro.

Ho capito solo ora che quando si è bambini non si pensa mai che qualcosa è sbagliato e si apprezza ogni cosa, non si distingue il bene dal male. Solo quando si diventa adulti ci si rende conto delle emozioni vissute durante l’infanzia. A ventanni speravo di incontrare i miei fratelli e sorelle, ma quello che ho trovato è stata l’indifferenza. Oggi sto lottando per superare i miei sentimenti e i miei pensieri.

Un amico una volta mi ha ditto “devi accettare te stesso e tutto quello che ti è successo nella vita e andare avanti, questo ti rende speciale”.