L’elettorato cattolico sta girando le spalle alla politica. Quantomeno, non va più a votare come un tempo. E’ questo il dato che emerge da un sondaggio curato dall’istituto Ipsos che mette in risalto la forte crescita dell’astensionismo dell’elettorato cattolico: +14,6% in un solo anno. Alle ultime elezioni europee, infatti, il 39& dei cattolici non ha votato, mentre alle politiche aveva disertato il 24,5%. L’elettorato cattolico sembrerebbe “in piena fase di smarrimento e disorientamento, confluito in una sorta di zona grigia” come ha commentato il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli.

Questi dati sono stati commentati ieri in occasione di un Convegno promosso dall’associazione PeR presieduta dal senatore del PD Luigi Bobba. Nell’ambito della giornata è stata presentata un’inchiesta dal titolo “La rabbia e il Coraggio. I laici cattolici e la denuncia in Italia” in cui si analizzano i comportamenti dei cattolici praticanti scindendoli in assidui, impegnati e saltuari, in relazione a quelli dei non credenti e non praticanti.

Un’altra inchiesta è stata presentate durante un dibattito pomeridiano tenutosi alla biblioteca del Senato. Ne è emerso che la maggior parte degli elettori pensa che gli “scandali di quest’estate” non produrranno cambiamenti nelle scelte politiche degli italiani. Ma un ulteriore rilevamento, che interroga i soli praticanti, fa invece registrare una caduta verticale dei consensi per il centrodestra di circa 10 punti nel trimestre maggio-luglio.

Alla domanda su quale partito rappresenti meglio i valori cattolici, l’Udc è prima (44 per cento), seguito dal Pdl (22) e dal Pd (solo il 10).

Ma l’ipotesi del grande centro fa i conti con un altro sondaggio che vede un robusto 77 per cento contrario alla nascita di una forza politica di ispirazione dichiaratamente cristiana. Anche se un consistente 20 per cento pensa l’esatto contrario. Governo bocciato, infine, sulla famiglia: solo il 27 per cento ritiene che le politiche familiari abbiano avuto più attenzione in questa legislatura.