I colloqui di Bersani: la famiglia, grande esclusa. Non c’è spazio nella sua agenda per le associazioni familiari

pierluigi-bersani (1)Che il percorso esplorativo affidato a Bersani dal Presidente Napolitano fosse decisamente arduo non costituisce notizia: l’incertezza determinata dall’esito elettorale e dal curioso atteggiamento di alcune forze politiche – votate alla demolizione più e prima che alla costruzione, in virtù di un’autoreferenziale rispetto del proprio mandato (carpito quale sottrazione alla responsabilità di governo del Paese) – non poteva certo indicare un tracciato facilmente percorribile. 

Pur nella consapevolezza di avere debolissime chance – sempre e reiteratamente indebolite, ora dopo ora, semplificando paradossalmente un infausto esito – il caparbio Bersani ha programmato un discreto numero di consultazioni proseguendo l’interessante linea inaugurata da Monti (nuovi interlocutori) senza tuttavia condurla con coraggio in fondo pur rinnovando stile e incrociando nuovi orizzonti.

Infatti restano drammaticamente assenti dal tavolo degli incontri la famiglia e gli organismi autorizzati a rappresentarla. Non considerato quale diretto interlocutore in questo delicatissimo frangente, il Forum delle Associazioni Familiari non ha mai smesso di rappresentare quel fondamentale e rilevante segmento della società italiana che ancora oggi sostiene e garantisce al nostro Paese la possibilità di non tracollare definitivamente oltre che poter nutrire il coraggio di darsi sostenibili prospettive di inaugurare una nuova stagione di crescita.

Mentre riscontriamo positivamente – auspicando l’assenza di meschine intenzioni strumentali – il coinvolgimento di nuovi interlocutori e protagonisti della società italiana di cui possiamo andare fieri (don Ciotti ad es.), restiamo sconcertati nel registrare l’assoluta indifferenza con cui, ancora una volta, la famiglia resta esclusa: la sua opinione pare non interessare e sembra che offrirle l’occasione di esprimere direttamente la propria voce e il proprio pensiero non sia espressione di democraticità (meglio arrogarsi il diritto di decidere con il semplice voto di singoli individui che esercitare la funzione di governo, e di opposizione, attraverso un costante e coerente sistema di partecipazione e coinvolgimento, non certo manipolabile e solo virtualmente certificabile).

Ciononostante il Forum delle Associazioni Familiari ha sempre considerato doveroso rispettare milioni di famiglie raccolte attorno alle centinaia di associazioni che lungo il nostro Paese assicurano coesione sociale e intergenerazionale a dispetto di fortissime tensioni disgregative in un contesto di progressiva sfiducia nelle istituzioni e nelle relazioni. Ha dunque ascoltato genitori e figli, accompagnato e sostenuto il loro quotidiano cammino, osservato il contesto sociale, culturale ed economico che andava disegnandosi in questi anni, elaborato e presentato ripetutamente proposte puntuali e sostenibili.

Ma sia dal centrodestra che dal centrosinistra, così come dai “tecnici” e dai novelli paladini pentastellati delle riforme, pare ribadirsi – per esplicita e non condivisibile volontà o per ormai deplorevole omissione – il medesimo atteggiamento: la famiglia sia pure oggetto dei nostri interessi e al centro delle nostre attenzioni (ora elettorali, ora fiscali e contributivi, ora quali potenziali utenze o possibili consumatrici), ma non sia mai ascoltata e coinvolta (salvo occasionali appuntamenti da considerare decisamente estemporanei).

Eppure siamo caparbiamente convinti che l’Italia riuscirà a riprendersi solo se sarà finalmente restituita piena cittadinanza alla famiglia, autentico agente di sviluppo e insostituibile generatore di fiducia, peraltro attuando coraggiosamente e coerentemente la Costituzione. 

Di fronte al perdurare del disinteresse e alla sistematica rimozione delle istanze della famiglia dalla considerazione di istituzioni, partiti e movimenti politici (patologia che ha peraltro colpito anche i più rinomati e remunerati divulgatori di opinioni), le associazioni familiari non si renderanno mai indisponibili al confronto, pronte ad offrire la propria esperienza, il proprio pensiero e il contributo in virtù della propria identità e della propria funzione, tutt’altro che residuali, marginali o riducibili ad ingenua conservazione di un tessuto sociale obsoleto: il futuro dell’Italia, piaccia o no, passerà dalla famiglia.