I kadogo del Congo: i bambini-soldato strappati alle famiglie

bambinisoldatoKadogo è un neologismo che nella lingua congolese significa “una piccola cosa senza importanza”; è una parola che viene usata per definire i bambini-soldato della Repubblica Democratica del Congo.

“La Repubblica” dedica oggi un ampio e approfondito reportage sul fenomeno dei kadogo.

“Sono stato arruolato quando avevo 9 anni, e a 10 avevo già ucciso il mio primo prigioniero: il nostro comandante ce li lasciava a noi, gli ostaggi, perché sosteneva che i bimbi non provano pietà”, ha raccontato il bambino a Pietro Del Re, il giornalista che ha curato il servizio.

Bienvenu è uno dei bambini ospiti del centro Madre Misericordia di Kamituga, duecento chilometri a Sud del lago Kivu, nel cuore di quella che una volta era un’ampia giungla di montagna. Oltre agli ex-kadogo, sono ospitati un centinaio di orfani e ospitati e nutriti malati di Aids, donne violentate, vedove di guerra.

“Sono proprio gli ex bambino-soldato i più difficili da aiutare perché la gente ha ancora paura di loro e nessuno vuole assumerli” ha raccontato Fabrizio Falcone dell’ufficio della Cooperazione di Goma.

“Cerchiamo di recuperare i ragazzi negoziando direttamente con i ribelli: dal 2005 ne abbiamo liberati 34.000, e 2.953 solo dall’inizio del 2009”, spiega la newyorchese Tasha Gill, specialista della protezione dei bambini nel conflitto congolese.

“Nel paese abbiamo creato 17 centri per accogliergli e paghiamo 250 famiglie per un loro primo reinserimento”. Già, perché smobilitarli non basta. Per scongiurare il rischio di riarruolamenti è necessario seguire da vicino i loro primi passi verso la normalità. “Molti recuperano, ma per altri è più difficile. Mi riferisco a coloro che hanno sofferto di più, che hanno assistito allo stupro di persone care, o ai quali è stato chiesto di uccidere un genitore o una sorellina”. Per loro sono necessarie cure psichiatriche o psicologiche, che spesso però non possono seguire, sia per mancanza di farmaci sia di personale specializzato.

Ma quanti sono i kadogo nel Congo? Nessuno lo sa. E nessuno osa ipotizzare cifre. “Sappiamo però che le milizie continuano ad arruolarli o riarruolarli con violenza” spiega Gill. Ci sono bambini-soldato perfino nelle Forces armées de la République Démocratique du Congo, l’esercito regolare.

Altro dramma quello delle bambine-soldato. Hanno paura della libertà, perché una volta diventate “serve” della truppa, il loro villaggio e la loro famiglia si rifiuteranno di accoglierle nuovamente, poiché nessuno vorrà sposarle.