I vescovi: “L’adozione è una forma di apostolato familiare: restituisce dignità ai figli abbandonati”

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Non un’opzione tra tante, ma “una forma specifica di apostolato familiare”. La “Relatio Synodi”, il documento finale della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, si riferisce così all’adozione e all’affido, richiamando esplicitamente le parole del decreto del Concilio Vaticano II sull’apostolato dei laici “Apostolicam Actuositatem”. Il testo nel quale i padri sinodali, riunitisi a Roma con Papa Francesco dal 5 al 19 ottobre, hanno sintetizzato diverse sfide e prospettive pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, dedica uno specifico punto all’esperienza dell’accoglienza adottiva e affidataria mentre svolge il tema dedicato alla trasmissione della vita e la sfida della denatalità,uno dei punti più largamente condivisi in sede di votazione: 167 voti a favore e solo 9 contrari. 

L’adozione di bambini, orfani e abbandonati, – richiama il documento al punto n. 58 – accolti come propri figli, è una forma specifica di apostolato familiare e sia l’adozione che l’affido esprimono una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non solo quando questa è segnata dalla sterilità.

Quello dei vescovi è quindi il preciso riconoscimento di una specifica e autentica fecondità coniugale, nella storia di tante coppie ancora trascurata o considerata solo in subordine.

Ciò che dovrebbe portare due coniugi a intraprendere la strada della generazione non può essere un figlio ridotto ad oggetto da conseguire ad ogni costo, quanto la consapevolezza di essere chiamati ad accogliere un figlio come un dono; quando la dignità di un figlio rischia di essere compromessa o viene perduta, ecco le due feconde forme di accoglienza cui sono chiamate le famiglie: l’affido e l’adozione, una custodisce la dignità filiale, l’altra la restituisce rigenerando una vita il cui senso poteva risultare compromesso o smarrito. Ecco che le scelte di tali forme di generatività accogliente diventano segni eloquenti dell’amore familiare e occasione per testimoniare la propria fede.

L’appello dei padri sinodali riveste ora un significato particolare, anche davanti alla crisi delle adozioni internazionali, che in Italia registra crolli vertiginosi in pochi anni e rischia di scomparire entro il 2020, a cui fa da contraltare l’impennata dei ricorsi alle tecniche di fecondazione artificiale: a dimostrazione di un’idea di genitorialità che rivendica il figlio solo come un proprio diritto, che si va diffondendo in modo sempre più preoccupante a discapito di un sincero desiderio di compiere un atto di giustizia nei confronti di un bambino abbandonato assicurandogli la possibilità di tornare ad essere figlio, amato e accolto tra le braccia di una mamma e un papà.