Il bambino abbandonato non ha trovato una famiglia neppure a Philadelphia

bambino congo

Il milione abbondante di persone che ha assistito alla Santa Messa che Papa Francesco ha celebrato a conclusione dell’Incontro mondiale delle famiglie, a Filadelfia, è la migliore dimostrazione di come le famiglie di tutto il mondo sentano forte la necessità di una guida spirituale e della vicinanza da parte della Chiesa. Tra quelle decine di migliaia di famiglie che domenica 27 settembre hanno ascoltato le parole del Pontefice, di certo non saranno mancate le famiglie adottive o affidatarie. Realtà alle quali, però, l’incontro svoltosi dal 22 al 25 settembre nella città statunitense non sembra aver riservato un’adeguata considerazione.

Tra le decine di incontri, dibattiti, convegni e occasioni di confronto che il programma dell’incontro proponeva, stando al programma dell’evento, pare non ce ne fosse neppure uno espressamente dedicato a queste forme alternative di genitorialità: quella dell’accoglienza di un bambino orfano, abbandonato o proveniente da situazioni di estrema difficoltà. La sensazione è che ancora una volta il bambino abbandonato non abbia trovato spazio. E ciò in palese contrasto con il richiamo del Papa a non lasciarsi travolgere da quella che lo stesso Bergoglio ha definito “globalizzazione dell’indifferenza”.

Di temi al centro dei dibattiti, la quattro giorni di Filadelfia, ne ha proposti tanti e tutti assolutamente interessanti: dalla libertà religiosa alla vocazione, dal senso della riconciliazione in famiglia alla dottrina sociale della Chiesa, dalle sofferenze legate alle separazioni e ai divorzi all’omosessualità. Tante volte, il tema dell’adozione è stato sfiorato: si è parlato, per esempio, di spiritualità del matrimonio e di infertilità. Ma il programma dei convegni non ha mai previsto, almeno in partenza, un dibattito sull’accoglienza familiare.

Il bambino abbandonato non può rimanere un argomento secondario. E lascia perplessi il fatto che, nell’ambito di un evento interamente dedicato alla famiglia, non si trovi lo spazio sufficiente per affrontare il dramma di chi una famiglia non ce l’ha.

Alla vigilia del Sinodo ordinario dei vescovi, che inizierà a Roma domenica 4 ottobre e si protrarrà per 3 settimane, la speranza è che i temi dell’adozione e dell’affido possano riacquistare la centralità che meritano, soprattutto in un’epoca in cui, come ha più volte denunciato Papa Francesco, l’egoismo, “il non volersi legare a niente e a nessuno” tendono a farla da padrone.