“Il Governo dica chiaramente che la quota affido non rientra nell’Isee”

ISEEC’è preoccupazione da parte delle associazioni e delle reti di famiglie affidatarie sulle modifiche apportate agli strumenti di calcolo della ricchezza familiare, in particolare per quanto riguarda le modalità di considerare le cosiddette “quote affido”. Per questo motivo il Tavolo Nazionale Affido ha recentemente scritto una lettera all’ormai ex vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Cecilia Guerra, nella quale si metteva in evidenza la necessità di esplicitare l’esclusione dei “rimborsi spese” erogati agli affidatari dalla determinazione dell’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente. Complice la caduta del Governo Letta, l’onorevole Guerra non ha evidentemente fatto in tempo a fornire le risposte richieste. Toccherà a chi prenderà il suo posto nel nuovo esecutivo dare le rassicurazioni necessarie a non disincentivare ulteriormente una pratica già in crisi come quella dell’affido familiare.

Questi i termini della questione. Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri firmato il 2 dicembre 2013 (“Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Isee), all’articolo 4, prevede che siano computati i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo”. Il Tavolo Nazionale Affido, di cui anche Amici dei Bambini fa parte, teme quindi che anche la “quota affido” possa rientrare tra questi “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari” da considerare nel calcolo dell’Isee.

Ma ciò sarebbe in contraddizione con la legge 184 del 1983 che riconosce alle famiglie affidatarie la corresponsione di un mero rimborso spese, poiché l’affido è fondato “sulla disponibilità e l’idoneità all’accoglienza indipendentemente dalle condizioni economiche”. Lo stesso DPCM, in un articolo diverso da quello sopra citato, non ricomprende testualmente la categoria dei rimborsi spese che quindi dovrebbe ritenersi fuori dal nuovo Isee.

La poca chiarezza del decreto rischia di incrementare il timore, da parte delle famiglie affidatarie, di perdere l’accesso a prestazioni e benefici assistenziali nel caso in cui questi non fossero più considerati come rimborso spese e fossero, viceversa, comprese nel calcolo dell’Isee.

La quota affido, pur essendo corrisposta agli affidatari, è relativa al minore affidato e pertanto non può rientrare tra i “trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari” da computare nel calcolo dell’Isee. Ma nel decreto del 2 dicembre 2013 questo non è detto con chiarezza: il Tavolo Nazionale Affido ora si aspetta che il nuovo governo ponga rimedio a questa lacuna.

 

Fonte: Tavolo Nazionale Affido