Il Senato evita la spaccatura nella maggioranza e difende la “famiglia” : no all’adozione ai single.

adozioni singleVincono i bambini accolti in una “famiglia” . Palazzo Madama, con il ritiro dell’emendamento presentato dalla senatrice Francesca Puglisi (Pd) presentato in Commissione giustizia del Senato, con il quale chiedeva di equiparare i diritti dei bambini affidati ai single a quelli affidati alle famiglie sposate,  dice di no all’adozione di minori da parte dei single.

Nel corso dell’esame sul ddl di modifica della normativa sulle adozioni, la senatrice democratica accetta l’invito del relatore a trasformare, dapprima, il suo emendamento in ordine del giorno per poi essere costretta a rinunciare anche a quest’ultima formulazione per via della contrarietà del centrodestra. Il testo stabiliva che anche i single che hanno un bambino in affido (istituto già previsto dall’ordinamento italiano) potessero adottarlo.

Resta, dunque, il percorso separato tra adozione e affido. Questo vuol dire  che una volta terminato l’affidamento, solo le coppie sposate potranno richiedere l’adozione mentre i bambini che sono stati cresciuti da single dovranno cambiare famiglia.

Soddisfazione per il “ritiro da parte della senatrice Puglisi dell’emendamento volto a cancellare la parte della norma che richiede ai fini dell’adozione da parte degli affidatari il possesso di specifici requisiti” è stata espressa dalle vicepresidenti del gruppo al Senato di Area popolare Ncd-Udc, Laura Bianconi e Federica Chiavaroli.

Area popolare ha più volte rimarcato il suo no alle adozioni per i single. «Gli emendamenti che virano verso il superamento del requisito per le famiglie affidatarie – aveva dichiarato nei giorni scorsi Aldo Di Biagio (senatore di Ap) – dell’essere sposati al fine di adottare il minore, sono un’ inutile provocazione che schiaccia il preminente interesse dei minori sotto il peso delle solite derive ideologiche”.

Il testo prevedeva che, partendo dal fatto che già attualmente una persona sola può avere in affidamento un bambino per un tempo limitato, l’affidamento potesse appunto trasformarsi in adozione per tutti, sia coppie sposate che coppie di fatto e singoli.

Anche il Tavolo Nazionale Affido, organismo di raccordo tra le 14 principali associazioni nazionali e reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie, in una nota ufficiale il 10 marzo aveva messo nero su bianco il proprio “no” all’emendamento.

“Il passaggio dall’essere famiglia affidataria di un minorenne al divenirne famiglia adottiva – dice -, tema assai rilevante e complesso, si ritiene adeguatamente circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 184/83 (l’essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne) il che evita improprie derive verso l’adozione di minorenni da parte di persone single o anziane”.