Imprenditrice di Varese offre casa e lavoro alla mamma di Trento

“Quella ragazza merita di essere aiutata per il solo fatto di non aver voluto abortire”. La “ragazza” è Anna, la giovane mamma a cui il tribunale di Trento ha decretato l’allontanamento della figlia appena nata, dichiarando lo stato di adottabilità della piccola.

L’inaspettata offerta di aiuto arriva da una signora di 76 anni, amministratrice di una grossa azienda di carni in provincia di Varese. Dopo aver letto la vicenda sui giornali, l’anziana donna ha deciso di scrivere di suo pugno una lettera alla ragazza. “Sono nonna-scrive-vivo in una bella casa di campagna di due piani, uno sarebbe perfetto per una mamma e una bimba in cerca di pace”. “Posso accogliere da subito mamma e bambino”-dice. “Oppure offrire lavoro alla mamma, dipende da cosa sa fare”. “ O anche integrare il suo stipendio di 500 euro affinché la mamma possa crescere il suo bimbo dove vuole” . “Sarebbe per me e la mia famiglia una grande soddisfazione contribuire a dare un futuro al bimbo”.

Una offerta generosa-“la girerò subito alla mia assistita”- ringrazia l’avvocato della ragazza Maristella Paiar. In realtà, come sappiamo le motivazioni della sentenza sono molto più complesse del semplice problema economico. “Un mix di fragilità, povertà e difficoltà oggettive” spiega l’avvocato- “I giudici decidono per il bene dei bambini ma spesso sono vincolati a informazioni e istanze che sembrano un puzzle”.”Non è facile ma io avrei deciso in modo diverso”.

In una vicenda cosi complicata, come lo è la stessa legislazione italiana in materia, fa piacere assistere al gesto di solidarietà della anziana signora. La giovane mamma è decisa a non mollare e ad andare avanti in questa difficile battaglia legale. “E’ una brava ragazza”- conclude l’avvocato- “ non dipingetela come un mostro o una santa. E’ solo una mamma che vuole abbracciare sua figlia”.