In Kosovo il sistema affido funziona grazie al Sostegno senza distanza

Mara Bernasconi“Il successo del nostro Sostegno senza Distanza nella casa famiglia ‘Laura Scotti’ è vedere come i bambini riescano ad accettare gli abbracci senza alzare le mani per proteggersi e avere paura; è vederli sorridere e fare dei disegni pieni di gioia di vita; è vedere come riescano finalmente a contemplare che esistono dei colori.” Mara Bernasconi, volontaria espatriata Ai.Bi. in Kosovo, si ferma un attimo, per trattenere la commozione, e con la voce strozzata continua – È un contributo difficile da spiegare ad un sostenitore, però è sicuramente quello che fa la differenza, perché questi bambini sono il futuro di domani”.

Mara parla con passione del proprio lavoro, e si emoziona raccontando dei piccoli che, pur avendo alle spalle dei vissuti complicati di maltrattamenti o di abusi,  grazie alla casa Famiglia riescono a “vivere in un luogo accogliente che li fa sentire davvero bambini”.

In quello che fa, Mara ci mette anima e corpo. Lavora per Ai.Bi. da sette anni nell’ambito della cooperazione internazionale ed è project manager in Kosovo da un anno e mezzo per seguire un progetto dalla durata triennale, volto al rafforzamento del sistema affido attraverso il supporto ai 38 servizi sociali presenti in altrettante municipalità. Il progetto è portato avanti da Ai.Bi. e cofinanziato dal Ministero italiano degli Affari Esteri in sinergia con quello kosovaro del welfare.

Alla domanda su quale sia la cosa più facile e quella più difficile del suo lavoro, risponde: “La cosa più facile è sicuramente il confronto. Ho la fortuna di avere dei colleghi che lavorano con Ai.Bi. da moltissimi anni, che condividono la nostra mission, che hanno modo di confermarla ogni giorno, e fanno in modo che ci sia un confronto vero, non una mera pacca sulla spalla, ma crescita e insegnamento”. E continua: “Il difficile è riuscire a mantenere sempre alta l’attenzione altrui sui problemi dell’infanzia abbandonata. È complicato riuscire a far sì che gli assistenti sociali o i responsabili ministeriali si sdegnino e si mobilitino perché ci sono dei minori che vengono abbandonati, abusati, o sono vittime di incuria e negligenza. E’ più facile far esplodere l’indignazione su altro, sulla bolletta che è arrivata più alta, sui soldi che non permettono alle famiglie di arrivare a fine mese, sul conflitto interetnico che va avanti da anni e che non finirà mai”

La parola chiave del suo lavoro? “Accoglienza”. Dice lei: “ Perché noi veramente accogliamo tutto il giorno, tutti i giorni. Nel nostro ufficio di Pristina, generalmente al pomeriggio inizia il flusso incessante delle famiglie affidatarie. Non tutte abitano in città, ma a ciascuna di esse offriamo  supporto psicologico, educativo ma spesso basta davvero la nostra presenza. Passano a salutarci, a dirci che hanno dei problemi, a portarci i bambini che hanno qualche appuntamento con la psicologa. A Pristina c’è anche un Pan di Zucchero, un centro servizi alle famiglie quindi c’è un via-vai abbastanza sostenuto.

Quali sono le qualità che un volontario espatriato deve avere per fare questo tipo di lavoro?Lo spirito di adattamento. E la capacità di lettura del contesto in cui opera. Che non sia sempre né tutto positivo né tutto negativo. Serve il giusto mezzo di percezione di dove sei e di come ti vivi nel quotidiano”.

Pur essendo fisicamente nella sede centrale di Ai.Bi., a Mezzano, per qualche giorno, Mara con la testa e il cuore è in Kosovo, e non vede l’ora di tornare a Pristina per dare il suo contributo a migliorare la vita dei tanti bambini che hanno bisogno di essere seguiti.

Questo è solo uno dei tanti progetti che Ai.Bi. supporta con l’intervento del Sostegno Senza Distanza, contributo che non garantisce ai bambini soltanto cibo, istruzione o cure mediche, ma anche e soprattutto la possibilità di crescere fuori da un Istituto e di trovare il più presto possibile una famiglia o di ricongiungersi con i genitori naturali. I nostri operatori lavorano con progetti di vita personalizzati, studiando caso per caso la storia di ogni bambino, le origini e cercando per lui la soluzione migliore.

Ecco perché nasce Settembre Senza Distanza, un tour in 12 città Italiane, una festa per le famiglie che ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’emergenza abbandono e promuovere il vero Sostegno a Distanza, quello di Ai.Bi. che ti permette di avere un legame del cuore e un filo diretto con il bambino o il progetto.

Le prossime tappe del tour toccheranno Milano, Barletta e Bologna, domenica 22 settembre.

Controlla tutte le date e le città del Settembre Senza Distanza.