In Toscana vince l’affido: in comunità solo un minore fuori famiglia su 3

Grazia Sestini,Sarà la Toscana la prima regione italiana a chiudere definitivamente le comunità educative? Le premesse sono buone: è questa infatti la regione che detiene il primato nazionale riguardo all’affido familiare. Dei 1724 minori fuori famiglia, ben 1140 hanno trovato accoglienza temporanea presso altre famiglie e solo 540 vivono in comunità educative. In percentuali: 66,13% contro 33,87%, ovvero 2 minori fuori famiglia su 3 sono in affido familiare. Più alta, però, l’incidenza delle comunità per quanto riguarda gli stranieri: 107 non accompagnati e 134 con i genitori. Un eccezione dovuta probabilmente a un’età media più alta di questi ragazzi: il 45% di loro ha tra i 15 e i 17 anni e questo costituisce generalmente un ostacolo all’affido in famiglia.

In Valdarno la situazione rispecchia l’andamento a livello regionale: su 32 ragazzi, 18 sono in famiglia e 14 in strutture residenziali.

Sono questi i dati emersi da un primo resoconto del progetto “Facciamo centro! Il Valdarno, la famiglia e l’Affido”, finanziato dalla Regione Toscana e voluto da Asl 8 e Conferenza zonale dei Sindaci del Valdarno aretino. Un percorso di sensibilizzazione sulla tematica dell’affido familiare, iniziato nel 2013, che ha quindi iniziato a raccogliere i primi ottimi risultati, fondandosi sul sacrosanto principio secondo cui “ogni bambino ha il diritto di crescere all’interno della famiglia”.

“L’allontanamento dalla famiglia – afferma la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Sestinirappresenta per il minore l’ultima spiaggia”. Resta il problema della durata media degli affidi, che in Toscana supera i 4 anni. Ciò costituisce un limite, perché una volta diventato maggiorenne, il ragazzo è riconosciuto semplicemente come “ospite” della famiglia accogliente che, da quel momento, non potrebbe ricevere più alcun sostegno economico.

“La nostra sfida – annuncia la Sestini – è avviarli con strutture adeguate verso l’autonomia, e/o prolungare l’affido fino al 21esimo anno d’età. Occorrono linee guida perché il Tribunale dei minorenni faccia decreti omogenei riguardo all’affido in famiglia e stabilisca condizioni chiare nell’ambito di alcuni settori: sanità, scuola, attività sportiva.

Sulla questione interviene anche Roberto Maurizio della Fondazione Zancan – un centro di studio, ricerca e sperimentazione in ambito sociale – secondo cui “il problema attuale è come supportare la famiglia di origine” e mette in evidenza un paradosso che ancora oggi limita la realizzazione di una giusta accoglienza per i minori. “Alla famiglia si chiede di astenersi dal coinvolgimento emozionale; agli operatori di comunità, estranei rispetto al minore, di fare famiglia. Esiste quindi, secondo Maurizio, un gap da superare riguardante l’evoluzione più veloce delle situazioni familiari rispetto al sistema di intervento. –

 

Fonte: Toscana Oggi