Inchiesta “Repubblica”: la protesta degli assistenti sociali

A seguito dell’inchiesta di Repubblica ”Una vita in casa famiglia, il business dei bambini rende un miliardo l’anno” sui minori ospiti in centri di accoglienza, la presidente del Consiglio nazionale ordine assistenti sociali, Edda Samory, ha dichiarato “come spesso capita veniamo coinvolti dalla stampa in modo non adeguato”.

“Le realtà denunciate da Repubblica possono essere condivisibili: maggiore chiarezza, alcune scelte da rivedere. Il problema però è l’interlocutore ”.

“Da tempo – prosegue la presidente del Consiglio nazionale ordine assistenti sociali – chiediamo un dipartimento del servizio, sia a livello regionale che al ministero del Welfare. Mentre nel passato dipendevamo dal ministero dell’Interno, dove venivano raccolte e ascoltate le nostre proposte e segnalazioni, oggi siamo sparsi sul territorio, impegnate in attività pubbliche, ma manca una canale di comunicazione. Siamo considerati solo un servizio esecutivo”.

Entrando nel merito dell’inchiesta, la presidente Samory commenta: “Repubblica avrebbe potuto chiedere il nostro parere come ne ha sentiti molti altri. Leggendo questo articolo non trovo cose nuove, leggo le solite sottolineature sulla nostra professione, non contestualizzate. Ci troviamo spesso a raccogliere casi che presentano questi stessi problemi, ma poi dobbiamo fare i conti con  le condizioni organizzative”.

E la riorganizzazione del servizio aiuterebbe anche la situazione economica. “Nella riorganizzazione di un servizio c’è anche un recupero di risorse, che non significa tagliare ma rimodulare i servizi in modo più efficiente”.

(Fonte: Redattoresociale.it 29/4/2011)