Kinshasa: rischiare la vita per far adottare i bambini abbandonati

Uno spiacevole incidente. Quanto costa l’adozione internazionale? Quante difficoltà occorre affrontare? Ci siamo mai chiesti quanto rischiano i nostri volontari che lavorano sul campo per le famiglie? Sequestrato per due ore dalla polizia, senza che fosse chiaro il perché. Mauro P., volontario espatriato di Ai.Bi. a Kinshasa, in Congo, è stato prelevato di forza dalla polizia, mentre era in taxi, e privato del denaro che aveva.

Una squadra in tenuta antisommossa lo ha fermato davanti casa, mentre pagava il tassista, per caricarlo e portarlo fuori città. Mauro, alla fine, è tornato a casa: non gli è stato fatto, per fortuna, nulla di grave. Ma a Kinshasa la situazione sembra complicarsi: le forze armate spadroneggiano sul territorio nazionale. Ecco un resoconto, scritto via e-mail di sua mano:

«In data 11/11/11, ho avuto una spiacevole avventura. Mentre rientravo a casa, ed ero in procinto di pagare il tassista davanti casa, mi sono visto aprire la portiera della macchina da parte della polizia. Mi hanno chiesto i documenti e poi mi hanno obbligato a uscire dalla macchina. Ho notato che si trattava di 12 poliziotti armati e in divisa antisommossa. Mentre mi chiedevano informazioni sulla mia identità, alcuni mi hanno circondato e mi hanno messo le mani addosso, cercando di prendermi il portafogli. Io ho cercato di reagire e a questo punto, mentre il tassista è scappato via, 4 poliziotti mi hanno preso di forza e mi hanno caricato sulla loro auto, contro la mia volontà. L’auto è partita e, chiedendo loro spiegazioni, mi hanno riferito che mi avrebbero portato in caserma, per un controllo. In realtà, ho notato che ci si dirigeva fuori città, in una zona isolata.

Potete immaginare i miei pensieri e le mie preoccupazioni. Durante il tragitto, mi hanno obbligato a dare loro tutti i soldi che avevo con me. In tasca avevo 100$, miei più 60$ e 10mila CDF di Ai.Bi., che mi porto sempre dietro in caso d’emergenza. Dopo circa due ore di sequestro – perché di questo si trattava -, fortunatamente e senza che mi fosse fatto del male, sono stato riportato non lontano da casa e abbandonato per strada. Ho camminato fino a casa, nel cuore della notte.

Vi ho voluto raccontare questa storia solo per farvi capire qual’è la situazione oggi in città. Io non sono l’unico a cui è successa una cosa simile, in questo periodo.

Dopo questa spiacevole situazione, ho parlato con il padrone di casa per lamentarmi della mancanza dei guardiani notturni, che avrebbero dovuto proteggermi. Ho denunciato l’evento all’Ambasciata Italiana (che mi ha chiesto di fare denuncia) e all’UNDSS, il Dipartimento di Sicurezza dell’ONU, in modo che possano emettere un comunicato a tutti gli espatriati a Kinshasa per fare maggiore attenzione.

Ho parlato anche con le coppie adottive, senza farle agitare, chiedendo loro di stare chiusi in albergo fino alla fine della procedura.

Anche se traumatizzato, vi voglio tranquillizzare, ripetendovi che non mi è stato fatto alcun male. Purtroppo sono cose che succedono e purtroppo questa volta è stato il mio turno».

Se qualcuno vuole mandare un messaggio di solidarietà a Mauro, può farlo sotto nei commenti.