Kosovo, il Paese senza istituti: con la partnership pubblico privato il sistema affido è sempre più forte

affido kosovoNel cuore dei Balcani c’è un Paese senza istituti per minori: il Kosovo. La strategia vincente che ha permesso di realizzare questo piccolo grande miracolo in un angolo di Europa orientale che ancora oggi deve fare i conti con il retaggio di un passato di sofferenza è la partnership tra pubblico e privato. I protagonisti di questa lotta al fianco dell’infanzia in difficoltà, infatti, sono Amici dei Bambini e tre ministeri kosovari: quelli del Welfare, della Sanità e dell’Educazione, insieme a una serie di organizzazioni della società civile, voci in particolare dei giovani e delle famiglie accoglienti. Tutti questi soggetti hanno contribuito al successo del progetto “Kosovo AID 9497 – Rafforzamento dei servizi in favore dei minori in carico ai Centres of Social Work del Kosovo per motivi familiari”, ovvero i servizi sociali del Paese balcanico. L’iniziativa, realizzata con il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano, è durato poco più di 3 anni, da dicembre 2011 a febbraio 2015. Ora si sono raccolti i risultati e il verdetto è stato chiaro: la collaborazione tra pubblico e privato ha funzionato e si è rivelata un esempio da seguire anche in Italia, dove circa 15mila minori fuori famiglia si trovano ancora in comunità.

Il rafforzamento dell’affido familiare è passato attraverso quello dei servizi sociali, a cui il progetto ha fornito gli strumenti per gestire in modo autonomo ed efficace il sistema dell’affido sul proprio territorio. Intervenendo a livello locale – con il coinvolgimento anche di sindaci, assessori e rappresentanti dei Comuni kosovari -, quindi, si è potuto agire con successo sul potenziamento delle risorse materiali, sul miglioramento dell’organizzazione del sistema affido e sull’incremento delle competenze dei vari attori, compresi psicologi, insegnanti e operatori sanitari. L’aspetto più importante è quello che ha visto i servizi sociali dei diversi Comuni rafforzati da figure professionali nuove, formate dagli enti privati e poi assunte da quelli pubblici. In questo quadro, il privato continuerà a fornire servizi di consulenza centrale a beneficio dei servizi sociali locali, finché questi non avranno acquisito piena indipendenza nella gestione del sistema.

Le attività di formazione e di sensibilizzazione svolte nel triennio, in particolare, hanno portato punti di vista nuovi e spunti di miglioramento in un sistema che sta crescendo e che fa sempre più del Kosovo il Paese capace di detenere un singolare primato nell’Est Europa: quello di non avere necessità di ricorrere agli istituti per accogliere i minori temporaneamente allontananti dalle proprie famiglie di origine.

I luoghi chiave di questo progetto sono state le strutture di Ai.Bi: la casa famiglia e i centri servizi alla famiglia “Pan di Zucchero” di Pristina e di Fushe Kosovo/Kosovo Polje. Qui sono stati offerti servizi di consulenza psicologica, educativa e sociale, e sono stati luoghi di accoglienza sia alle famiglie che ai minori coinvolti nei progetti di affido.

Le attività del progetto hanno quindi reso il sistema affido del Kosovo più sostenibile dal punto di vista sia istituzionale che socio-culturale. La sostenibilità istituzionale ha trovato fondamento nella collaborazione tra Ai.Bi., i 3 ministeri kosovari e le rappresentanze dei Comuni. Grazie agli incontri tra operatori dei servizi sociali, scolastici e sanitari si è rafforzato il lavoro in rete tra i vari attori, presupposto indispensabile per l’individuazione e la soluzione delle situazione critiche che possono coinvolgere i minori. Dal punto di vista socio-culturale, d’altro canto, si è ottenuta una sorta di “conversione” dell’opinione pubblica kosovara dall’accoglienza intra-familiare, tradizionalmente preferita per motivi legati all’eredità, a quella etero-familiare, sostenuta in tutte le Convenzioni internazionali ed europee relative al tema dell’infanzia. Il tutto sostenuto da un’intensa campagna mediatica che ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema tanto delicato, rendendo sempre più il Kosovo il Paese dell’affido.