Riportiamo la testimonianza di una Famiglia di Roma a riguardo del progetto Bambini in Comune in Kosovo.

Prendi 150 bambini di 9 – 10 anni, con famiglie alle spalle, una Parrocchia che accoglie e coinvolge, un Parroco volenteroso e pieno di idee  già realizzate o ancora in cantiere…ed ecco Santa Silvia, grande parrocchia romana nel quartiere Portuense, dove tante realtà convivono, in un ambiente apparentemente fortunato e non gravato da grosse problematiche sociali…

Noi siamo una famiglia come tante, due genitori affannati come tutti, ma che ancora sperano – con le loro povere energie – di ritagliarsi uno spazio mentale e materiale per tentare di porsi in “aiuto” di chi non è fortunato come noi, mediamente “ricchi” (una casa, due figli, un lavoro e mezzo in due….).

Quest’anno la Comunione di Flavio, nostro figlio maggiore: da subito l’idea di fare in modo che fosse una giornata normale – pur nel suo essere speciale – e , soprattutto, che facesse comprendere a nostro figlio – e magari anche  a quelli degli altri – che non c’è vera Comunione senza Relazione, senza un occhio e un orecchio tesi ai nostri fratelli, chiunque essi siano.

L’intesa, da subito, con Don Paolo, quasi un leggersi nel pensiero….proviamo?  Si, proviamo: l’incontro dei genitori  con due volontarie Ai.Bi. , associazione che conosciamo da tempo (dai tempi dell’Università, preparando una tesi sull’adozione….), la proposta del Progetto di sostegno di squadra, la delusione iniziale per le poche adesioni e poi…..sorpresa! Siamo diventati tanti, 36 famiglie coinvolte nel Progetto per la casa famiglia in Kosovo.

Un piccolo segno: magari molti si perderanno per strada e il loro coinvolgimento finirà qui dove è iniziato, ma Marzia  – dell’Ai.Bi. di Roma – ci incoraggia ad andare avanti, a essere già contenti di questo piccolo traguardo…e noi – tenaci come muli – andiamo avanti: giovedì prossimo in Parrocchia proviamo ad incontrarci….partiamo già consapevoli che non saremo tutti, ma come si dice : “goccia dopo goccia nasce il fiume…..”