L’allarme del Garante per l’infanzia Spadafora: “In Italia 2 milioni di bambini poveri”

«Siamo contenti per il provvedimento del ministro Barca, per i soldi stanziati nel piano anti-povertà dal governo, ma pensiamo sia altrettanto necessario sorvegliare come saranno gestiti quei soldi, quali saranno i soggetti che potranno accedere ai finanziamenti e soprattutto per quali programmi li utilizzeranno. Troppe volte nel Sud arrivano soldi a pioggia che poi non producono benefici».

Parla Vincenzo Spadafora, il Garante Nazionale per l’Infanzia. La questione è che non è stato varato il regolamento. «L’Antitrust, l’Agcom si dotano di regole proprie, in piena autonomia; per noi invece è previsto un regolamento della Presidenza del Consiglio che ci consentirà di operare». Un atto atteso di giorno in giorno ormai da mesi; che permetterà di sbloccare anche un milione circa di euro a disposizione. L’appello di Spadafora è: metteteci nelle condizioni di lavorare.

Tanto più oggi, con la crisi che morde. Il governo ha stanziato 400 milioni di euro per nuovi asili nido in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia (18.500 posti entro il 2015) e allora ci vorrebbe un monitoraggio. «L’offerta di asili nido è la più bassa d’Europa – elenca il Garante – Soltanto il12%o dei bambini sotto i tre anni ha un posto in asilo nido. Senza andare nei Paesi nordici (con il 70%), anche la Francia ha una percentuale del 40%. Ben venga l’annuncio del governo, ma vorremmo evitare che agli annunci non seguano azioni concrete». Perciò il Garante chiede di «conoscere in tempi rapidi e in modo chiaro quali siano i soggetti e quali programmi si andranno a finanziare».

Lancia anche l’allarme: «C’è in Italia una grande emergenza bambini poveri: un milione e 870 mila bambini vivono in famiglie con un reddito al di sotto della media nazionale, e di questi 700 mila sono i poveri tra i poveri, concentrati nel Mezzogiorno. Sappiamo dove sono queste sacche di povertà: il 44% in Sicilia, il 32% in Campania e quindi in Basilicata». Insomma, le politiche devono essere mirate in quei territori. «Più che mai necessario sarebbe un lavoro di coordinamento con le Regioni e i Comuni. Se oggi siamo in una situazione grave non è solo per effetto della crisi economica, ma anche dei mancati investimenti del passato». Al numero di bambini in famiglie povere, si sommano quelli a rischio povertà.

Da qui, l’atto d’accusa: «Non ci siamo. La nostra Authority non vorrei fosse considerata minore, per diritti minori, come se i grandi temi fossero solo quelli condizionati dalle lobby, dai grandi interessi economici».

(Da la Repubblica, Giovanna Casadio, 13 Maggio 2012)