La bellezza e la fatica di essere educatori nelle parole dello scrittore Fabio Geda

Le realtà educative sono diventate molto complesse e c’è la necessità di formazione e di aggiornamento per ritrovare la convinzione della bellezza del lavoro educativo

 Conosciamo Fabio Geda, come scrittore, autore di molte pubblicazioni di successo come: “Nel mare ci sono i coccodrilli”, Storia vera di Enaiatollah Akbari, ma non tutti sanno che Geda, prima di approdare in modo professionale alla scrittura, è stato per ben 10 anni educatore dei servizi sociali.

Nel suo libro “L’esatta sequenza dei gesti”, pubblicato da Einaudi nel 2021 ma risalente al 2008, Geda racconta la storia di “Due adolescenti feriti che insieme affrontano lo stupore della vita, che nonostante tutto vince”. Si tratta di Marta, 12 anni e Corrado, 16 anni, ospiti entrambi di una comunità di accoglienza, dove la loro vita si intreccia a quella dei loro educatori. “Fino a quando Marta e Corrado decidono di prendere in mano il proprio destino. Con una scrittura tesa, asciutta, concreta, Fabio Geda segue le loro vite e restituisce ai lettori la fatica di diventare grandi in un mondo di adulti imperfetti”. (Einaudi)

La bellezza e la fatica di essere educatori

Vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista rilasciata dall’autore al Redattore Sociale, in cui emerge tutta la fatica e la bellezza di questo lavoro.

E’ un libro per me molto importante – spiega Fabio Geda – perché ora non sarei più in grado di scriverlo. Sono 10 anni che sono fuori da quel mondo, anche se resto vicino a quell’esperienza per affetto e interesse. Ho pubblicato questo libro con Instar libri nel 2008, un anno prima di lasciare il lavoro di educatore per dedicarmi all’editoria. L’ho leggermente ritoccato, ho tagliato qualcosa. Ma l’urgenza, quella sì, è la stessa”.

Ascanio (uno dei protagonisti del libro, ndr) è un educatore che fatica, ma decide comunque di esserci e di lottare, perché ama quel lavoro. Nel migliore dei mondi possibili, nessun bambino verrebbe mai tolto alla sua famiglia, ma nel nostro mondo questo è spesso necessario. E l’Italia è uno dei Paesi che “toglie” meno. E nel migliore dei mondi possibili sarebbe bello avere altre famiglie a cui affidarli, ma non sempre ci sono. Le comunità servono, gli affidi servono, l’educativa territoriale serve, serve tutto. C’è la famiglia che può essere aiutata con un educatore, quella che può essere messa in rete con altre famiglie e sostenuta con affidi diurni, ma in certi casi l’unica alternativa è la comunità alloggio e allora ben venga la comunità”.

E Geda nella sua intervista, del 2021 affronta temi attualissimi anche oggi, come il lato economico che si scontra con la passione:

La questione economica è importante– spiega Geda- per troppo tempo, questo lavoro si è basato sull’entusiasmo degli educatori, in un’ottica di sacrificio, quasi di martirio. La passione serve, ma il fatto che questo lavoro non si scelga per i soldi, non giustifica uno stipendio da fame. Un altro problema è lo status dell’educatore: una grande fatica, all’epoca, era sapere che in trincea con il ragazzo ci fossi io, ma che poi il mio punto di vista sulla questione valesse meno di quello dell’assistente sociale che incontrava il ragazzo quattro volte l’anno, o della neuropsichiatra infantile che lo vedeva una volta al mese. Io ero tutti i giorni con lui, ma l’ultima parola l’avevano altre professionalità, che io rispettavo, ma da cui non ero certo di essere ugualmente rispettato. Il terzo problema è la ‘manutenzione’ degli educatori da parte delle cooperative: manca spesso l’ascolto rispetto alle sue fatiche, alla gestione dei progetti. Questo è un lavoro che è difficile fare rimanendo per tanto tempo nello stesso ruolo e nello stesso posto: anche per questo, forse, le cooperative potrebbero inventare soluzioni diverse. Lo dico sulla base della mia esperienza e di quello che ho vissuto per dieci anni”.

L’importanza della formazione: essere educatore con Ai.Bi.

Svolgere l’attività di educatore in questo momento storico significa incontrare ed entrare in relazione con persone, adulti e bambini, con vissuti sempre più difficili e traumatici. Le realtà educative sono diventate molto complesse e c’è la necessità di formazione e di aggiornamento per affinare le proprie competenze e ritrovare la convinzione della bellezza del lavoro educativo.

Per questo FARIS – Family Relationship International School organizza la prima edizione del Corso di Formazione e di Aggiornamento per Educatore con inizio il prossimo 30 settembre. Lunedi 5 settembre, alle ore 18.00 si svolgerà il webinar di presentazione. Maggiori informazioni QUI