La famiglia è «unità nella differenza» e «grembo della vita»

papa bergoglio200«Unità nella differenza tra uomo e donna»: è questa la famiglia, che trova nella differenza la sua fecondità. Lo ribadisce con forza e semplicità papa Francesco, nel messaggio inviato ai partecipanti alla 47esima Settimana sociale dei cattolici italiani. Il Pontefice aggiunge che nella famiglia «riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana». Bergoglio risponde a distanza alle folli proposte di chi vorrebbe sostituire nei documenti ufficiali ‘padre’ e ‘madre’ con ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’, in omaggio alle famiglie formate da coppie omosessuali. Senza mai citare direttamente la recente polemica, lanciata a Venezia e poi ribalzata a Bologna,  il papa ristabilisce i confini del concetto di famiglia. Il vescovo di Roma facendo riferimento al titolo dell’appuntamento torinese («La famiglia, speranza e futuro per la società italiana»), sottolinea con forza che «Per la comunità cristiana la famiglia è ben più che ‘tema’: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro». Anche il cardinale Angelo Bagnasco, nel suo discorso inaugurale, replica alla folle proposta di azzerare le parole ‘padre’ e ‘madre’, portando il suo discorso sulla relazione tra i sessi.  Il porporato ricorda che oggi «si è giunti a negare che la persona nasce sessuata». Mentre «si è venuti a decostruire la dimensione sessuale fino ad adeguarla alla liquidità sociale». Ma questo significa- continua Bagnasco-«mortificare, non liberare la nostra umanità». Di qui l’auspicio che si eviti il rischio che l’umano venga «polverizzato in un indistinto egualitarismo che cancella la roccia delle differenza sessuale e quella generazionale, eliminando così la possibilità di essere padre e madre, figlio e figlia». Il presidente della Cei ricorda infine che la dimensione sessuata è «un fatto di natura e non di cultura», avvertendo che le «tendenze che mirano a cambiare il volto della famiglia, rendendola un soggetto plurimo e mobile, senza il sigillo oggettivo del matrimonio» producono solo lacerazioni, specie sui figli.