Senza fine la «guerra dei Roses» nostrana. Solo che non si tratta di un film. Nel braccio di ferro tra due ex coniugi benestanti, una farmacista e un avvocato, finisce anche lo psichiatra nominato dal Tribunale di Venezia come consulente tecnico d’ufficio (Ctu). La mamma del bambino conteso chiede un milione di euro al medico che diagnosticò al figlio la sindrome da alienazione parentale (Pas). Consistente nell’avere un legame morboso con uno dei genitori a discapito dell’altro, visto come «nemico».

Da questa relazione derivò la decisione del Tribunale di Venezia di affidare il bambino al padre. Con tanto di blitz.

A ottobre 2012 un video fece scandalo. Mostrava l’irruzione con la quale il piccolo Leo venne prelevato dai poliziotti all’uscita di scuola, nel paese di Cittadella in provincia di Padova. La zia materna con un telefonino riprese il nipote di soli dieci anni mentre urlava e tentava di divincolarsi dalle mani del padre e di un agente che lo trascinavano sul selciato dell’istituto.

Tra i due ex coniugi è partita una guerra a suon di carte bollate, con alterne sentenze che hanno fatto rimbalzare il bambino da una città all’altra. L’ultima ha imposto una divisione delle competenze tra gli ex coniugi. Con il piccolo Leo costretto a trascorrere metà mese con la madre e gli altri giorni con il padre.

Ma ora nel mirino della farmacista è finito anche il Ctu, lo psichiatra Rubens De Nicola, medico di fama.

Il legale della donna, Andrea Coffari, spiega: «La mia cliente mi ha dato mandato di intentare una causa civile nei confronti dello psichiatra che si occupò, per conto del tribunale, del caso. L’intenzione è di chiedere un adeguato risarcimento danni». E aggiunge: «Diagnosticò una sindrome inesistente, causando danni enormi al bambino e a sua madre. È presto per stabilire la cifra esatta, ma posso già dire che la richiesta di risarcimento si aggirerà intorno al milione di euro».

Fonte: corriere del veneto