La testimonianza di Tommaso (universitario Luiss) : “Che ci fa un romano a Vizzolo Predabissi in una casa di Ai.Bi? Beh, ci lascia il cuore”.

“Che ci fa un romano a Vizzolo Predabissi? In questa frazione di paese, grande quanto l’isolato dove vivo, ho trovato qualcosa che ho cercato per anni, ma senza riuscirci, ovvero la possibilità di fare la differenza”.  Inizia così il racconto di Tommaso D’Ascoli, uno dei 6 studenti universitari della Luiss che hanno aderito al progetto  “VolontariaMENTE”, promosso per il secondo anno consecutivo da Ai.Bi. e Fondazione Sinderesi Praticare l’Etica in collaborazione con l’Università LUISS Guido Carli.

Abbiamo chiesto a Tommaso di “confidarci” cosa abbia rappresentato per lui questa esperienza formativa, se lo è stata, cosa abbia imparato o no, suggerimenti ed emozioni.

Vi riportiamo la sua “lettera” in versione integrale.

“Sono da sempre convinto che fare la differenza – scrive Tommaso – vuol dire poter rendere felice qualcuno al di fuor di te, in primis chi non è fortunato come te nella vita. Aiutare gli altri è la cosa che mi fa più felice, ma non credo di essere mai riuscito a fare veramente la differenza per qualcuno…almeno fino a qualche tempo fa”.

“Ho passato complessivamente 5 giorni in una casa piena di famiglie – racconta – che hanno oltrepassato i cancelli dell’inferno e ne sono usciti fuori spinti solamente dalla speranza di poter avere un futuro migliore. I bambini, nonostante i traumi dovuti a questo viaggio, non smettono di farti vedere i solo bellissimi dentini bianchi con quei loro sorrisi raggianti, però sono sempre lì, soli, abbandonati a loro, come se la vita non fosse già abbastanza dura”.

 Il mio desiderio più grande era quello di vederli sempre sorridere – continua – quando ero lì con loro, ed avrei fatto qualsiasi cosa. Non mi sono tradito. Ho messo tutto il mio cuore con loro e sono stato ripagato con risate ed abbracci….la migliore e la più appagante moneta al mondo”.

 “Mi ripetevo di continuo: “Voglio far capire loro che nella vita esiste anche la felicità e non solo i momenti difficili“.Per quanto potessi insegnare in soli 5 giorni, ho cercato di far crescere in maniera dolce i bambini, soprattutto quelli più grandi, però con particolar riguardo per uno: Miracle Boy”.

“Un bambino bellissimo che deve iniziare ora le elementari – aggiunge – e che parla benissimo italiano. Aveva paura di sbagliare e di essere preso in giro oppure sgridato per i suoi errori, una paura che hanno tanti bambini, ma lui la rifletteva anche in attività normali come giocare e disegnare. Tra un abbraccio ed una parlata più seria guardavo  i suoi occhi spalancati e brillanti che mi fissavano come per dirmi :” Ti prego aiutami a superare le mie paure“. Ieri mattina, l’ultima insieme, giochiamo con altri bambini: sbaglio un passaggio e faccio finta di rimanerci male, Miracle boy si avvicina e mi dice:”Non devi preoccuparti, sbagliando si impara”. Lacrimuccia.

 “Forse sono riuscito nel mio intento – dice Tommaso – , ho aiutato veramente questo bambino, forse ho fatto veramente la differenza, almeno per questo piccolo ometto”.

 Per Tommaso “l’addio è stato veramente difficile..spero con tutto il cuore che rimanga a tutti loro un po’ dell’affetto e delle attenzioni che gli ho donato, soprattutto il mio piccolo Miracle boy, che spero tanto diventi un pizzaiolo come tanto sogna”.

 “Ripropongo la domanda iniziale: “Che ci fa un romano a Vizzolo Predabissi?” Beh, ci lascia il cuore”.