Arriva da Elena Magoni, la volontaria espatriata di Ai.Bi. in Kenya, una riflessione sul significato del lavoro dei tanti giovani che, come lei, hanno deciso di mettersi al servizio dei bambini in difficoltà familiare.

“Per ogni volontario espatriato lavorare in un’associazione che lotta per l’infanzia abbandonata come Ai.Bi. ha un valore diverso. Forse per alcuni non ha significato particolare, per altri è un semplice lavoro, alcuni se ne vanno di fronte alle prime difficoltà, altri restano e continuano a svolgere la propria missione nonostante i mille ostacoli. Ho passato più di cinque anni con AiBi in tre paesi del mondo: Marocco, Brasile e infine sono arrivata in Kenya. AiBi per me è stata una famiglia, una fede, una sfida, la speranza dei sogni realizzati e dei progetti portati a termine.

Sono diventata esperta nel lavoro, obiettiva e professionale. Ma più di tutto sono cresciuta dentro. Ho scritto diari di ricordi con le esperienze vissute nei vari Paesi in cui ho lavorato e proprio l’altro giorno stavo rileggendo quello del Marocco e le storie dei bambini che vivono in Ospedale. Rileggendo i miei pensieri ho ripercorso i momenti più significativi degli ultimi cinque anni: mi chiedo se sarei in grado di vivere senza questo mondo. Ancora non ho trovato la risposta.

La scelta di tutti questi rinnovi in Kenya è dovuta alla mia passione per il lavoro, alla convinzione di fare la cosa giusta, alle buone condizioni dei miei genitori in Italia, all’amore per l’Africa, ai buoni risultati ch in questi mesi sto riscontrando e all’amore.

Il Kenya per ora è la mia certezza, sono sicura che riceveremo più fondi, che le cose miglioreranno per l’adozione internazionale, che avremo risultati migliori. I partners che abbiamo trovato qui ci stanno permettendo di aprirci a nuove prospettive e di rispondere ai bisogni dei bambini in maniera più completa. Proprio qui posso portare avanti quello che ho iniziato, vedere i risultati del lavoro fatto e costruire il mio futuro in serenità