L’adozione benedetta. La parola ai protagonisti: i figli

(Milano) A due giorni dal convegno “Un’adozione benedetta, un rito per accogliere nel nome di Gesù” promosso da Ai.Bi. e l’associazione “La pietra scartata – abbiamo raccolto le testimonianze di due figli adottivi, Giorgia e Micheal, che hanno già celebrato il rito.

Ventitre figli, da 2 ai 31 anni, ed i loro genitori avevano partecipato, lo scorso 8 dicembre 2008 a Roma, alla celebrazione presieduta da Don Maurizio Chiodi – Consigliere spirituale dell’associazione “La pietra scartata – per rendersi interpreti di un messaggio: l’adozione non è solo un atto giuridico.

Il momento cruciale del rito si è realizzato con la preghiera di Benedizione in cui don Chiodi ha chiamato i genitori adottivi per recitare con loro la preghiera di Benedizione. Il celebrante ha chiamato poi i figli, che si sono inginocchiati di fronte alla loro mamma e papà. I genitori hanno pronunciato una formula di adozione e hanno fatto alzare i figli abbracciandoli. Il celebrante ha acceso una candela al cero pasquale e l’ha consegnata ai genitori che l’hanno donata ai figli.

Giorgia e Micheal hanno commentato per noi l’esperienza dell’adozione benedetta.
Cosa ha significato per te l’adozione benedetta?

Giorgia – E’ stato un momento molto intenso, toccante. Bello poter partecipare insieme alle altre famiglie a questo rito, emozionante leggere negli occhi dei genitori e dei figli i loro pensieri. Eravamo tutti insieme e sentivamo le stesse cose.

Michael – E’ stato un riconoscimento di ciò che hanno fatto i miei genitori. I ragazzi come me hanno compreso meglio il gesto dell’adozione, è stato come un battesimo. Forse per i più piccoli è stato un gesto di difficile comprensione. Per i genitori è stato sicuramente il rivivere il momento in cui ci hanno abbracciato per la prima volta.
Quale il momento che ricordi con più intensità?

Giorgia – Quando mi sono alzata e ho incrociato gli sguardi dei miei genitori. Erano commossi, davvero emozionati.

Michael – Alzarmi e abbracciare i miei genitori non come gesto di gratitudine ma per semplice necessità. In quel momento sentivo il bisogno di abbracciare la mia famiglia.
E’ cambiato qualcosa?

Michael – Io mi sono sempre sentito figlio. La celebrazione dell’adozione benedetta mi ha permesso di riflettere sul gesto d’amore dei miei genitori e di vedere ciò che hanno fatto per me. Mi ha dato forza vedere quante persone hanno il desiderio di adottare.
Qual è il significato di questa giornata?

Giorgia – E’ stato un momento unico, che ha segnato un momento importante nella nostra storia familiare.

Michael – Grazie a questo rito mi sono sentito davvero figlio. Ho potuto riflettere sul significato più profondo dell’adozione. Ho pensato sempre che l’adozione fosse il modo di dare la vita una seconda volta. Un’esperienza molto forte.