Le adozioni dei bambini grandi. Richiesto l’intervento del Garante dell’Infanzia: “Fermi la Dottoressa Cavallo!”

AiBi 0009 - Senhor do BonfimDopo le scandalose dichiarazioni che la Presidente del Tribunale per i Minorenni, la Dottoressa Melita Cavallo, ha rilasciato durante la trasmissione Uno Mattina andata in onda il 21 Gennaio su Rai Uno, affermando il suo essere contraria all’adozione di bambini grandi, Ai.Bi. si è attivata facendo una segnalazione al Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora.

Il Garante per l’infanzia e l’Adolescenza ha lo specifico compito di “assicurare uniforme ed efficiente protezione e promozione dei diritti del fanciullo in tutte le regioni dello Stato, allo scopo di rendere certo un complessivo e sistematico monitoraggio dei diritti umani, inclusi i diritti dei bambini»

Ai.Bi. ha riposto nelle mani del Garante la speranza di maggiore attenzione per i diritti dei bambini senza famiglia, chiedendogli di intervenire sulla vicenda della discriminazione contro i minori adottabili che la presidente Cavallo ha definito “grandi”.

Ai.Bi. ha spiegato al Garante che la dichiarazione della Dott. Cavallo è molto grave anche perché determina la nota prassi del Tribunale per i minorenni di Roma di apporre dei vincoli sui decreti di idoneità emessi in favore delle coppie che desiderano adottare un minore straniero: le coppie, in questo modo, vengono “autorizzate” ad adottare solo figli piccoli, con una età che viene fissata dai giudici in contrasto con i requisiti generali e astratti previsti nella legge. Questa discriminazione non può essere giustificata – come tenta di fare la Presidente Cavallo – con l’obiettivo di ridurre i fallimenti adottivi.

Questo “terrorismo” contro i fallimenti adottivi viene fatto in assenza di dati e comunque il bisogno di un maggiore sostegno psicologico alle famiglie adottive nel periodo post-adottivo è una questione ma completamente distinta che non autorizza certo il Tribunale di Roma ad iniziative “preventive”.

Resta il fatto che la discriminazione dei minori adottabili in base all’età è vietata da moltissime norme sia nazionali che internazionali, prima fra tutte la la legge n. 184 del 4 maggio 1983 e successive modifiche che – per quanto migliorabile – contiene nell’art. 1 il seguente fondamentale principio: “Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione…”

Certamente il lavoro da fare per migliorare la condizione dei minori in Italia è molto, e immaginiamo che il Garante abbia un gran da fare. Fino ad oggi, dopo la cerimonia di presa delle funzioni, il Garante ha diffuso una relazione programmatica e presenziato a diverse trasmissioni televisive ed eventi.

Ai.Bi. spera che in questa occasione – specie dopo l’inspiegabile silenzio sulla mancata creazione delle banca dati per l’adozione – il Garante faccia qualcosa di più e si attivi concretamente a difesa di questa categoria di minori a forte rischio di esclusione sociale.