Lettonia: stop alle adozioni internazionali, ma non per i bimbi special needs

bambino educatriceLa Lettonia non accetterà più, fino al dicembre 2012, nuove richieste di adozioni internazionali. Lo ha comunicato il Ministero del Welfare lettone in una nota ufficiale indirizzata agli enti stranieri accreditati a operare con le adozioni internazionali nel Paese.

Lo stop della Lettonia prevede però un’eccezione. Saranno accettate le domande delle coppie straniere disponibili ad accogliere bambini “special needs”, ovvero con bisogni speciali: bambini con più di due fratelli, affetti da problemi di salute o disagi mentali, con più di nove anni di età. In questo caso le autorità locali lavoreranno con gli enti stranieri per favorire la loro adozione.

La decisione del Ministero del Welfare nasce dalla volontà di promuovere l’adozione nazionale e garantire una mamma e un papà a quei bambini che con difficoltà trovano una famiglia nel loro Paese di origine.

La Lettonia è un Paese firmatario della Convenzione de l’Aja del 1993 – principale strumento di tutela dei diritti dei minori adottabili e delle aspiranti famiglie adottive – ed è il Ministero del Welfare, in collaborazione con l’Autorità Centrale, a definire le politiche dell’adozione internazionale del Paese.

L’accoglienza dei bambini con bisogni speciali si delinea sempre più come nuova frontiera dell’adozione internazionale. Sono sempre più numerosi, infatti, i Paesi di origine che favoriscono questo canale per le coppie straniere.

Colombia, Perù, Cina, Ungheria, Bulgaria ne rappresentano l’esempio più lampante.

Una recente indagine realizzata da ChildOnEurope evidenziava che nella maggior parte dei Paesi di accoglienza europei ancora non sono state promosse politiche di sostegno all’adozione di bambini “special needs”, ma sono diffusi interventi per la sensibilizzazione delle famiglie sul tema.