Lo stallo delle adozioni e un sistema inefficiente. Family for children lancia una petizione on line per chiedere la nomina del Presidente della CAI

FIRMA LA PETIZIONE
Nominare un ministro alla Presidenza della Commissione per le Adozioni Internazionali

boschi-dellamonicaLa CAI non svolge più il suo ruolo e non dà le autorizzazioni a operare in nuovi Paesi. Dal 2014 non pubblica il rapporto statistico. I decreti costitutivi della Commissione in vigore sono scaduti. Non c’è alcuna comunicazione con le famiglie e non c’è trasparenza. Le famiglie hanno bisogno di documenti, dati, certezze, e non opinioni e passaparola. CAI Comunicare Ascoltare Informare…non dimentichiamo!!!!!!”. Sei righe dirette e concise con cui Familyforchildren (un gruppo di aspiranti genitori organizzati in un comitato che ha creato anche un sito) lancia on line sulla piattaforma avaaz.org una petizione con cui chiede al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, l’immediata nomina del presidente della CAI, Commissione Adozioni Internazionali, che in un gioco di parole nel post pubblicato dai genitori adottivi diventa invece anagramma di Comunicare Ascoltare Informare facendo proprio riferimento alle “azioni” su cui è latitante la Commissione e di cui si lamentano maggiormente le famiglie.

Già perché a quanto pare, all’interno del nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, la ricerca di una figura – ministro o sottosegretario – disposto ad assumersi le deleghe di presidente della CAI si sta rivelando una vera impresa. Il nome del sostituto di Maria Elena Boschi alla guida dell’Autorità Centrale italiana sembra destinato a rimanere un mistero. Troppe, evidentemente, le “gatte da pelare” in un’istituzione di fatto paralizzata da quasi 3 anni.

I problemi emergono a ritmo quasi quotidiano. È di poco meno di un mese fa, 20 dicembre, per esempio, la notizia della rinuncia da parte della delegazione della Federazione Russa alla visita in Italia per parlare di adozioni internazionali. Anche le previste visite dei rappresentanti di Vietnam e Bolivia non sono più avvenute. Con i primi ci sarebbe dovuto discutere dei riaccreditamenti per gli enti autorizzati. La delegazione boliviana avrebbe invece ripreso i rapporti con l’Italia dopo 7 anni di chiusura delle adozioni internazionali.

Senza dimenticare le continue e ininterrotte proteste delle famiglie che, ormai da 5 anni, attendono i rimborsi delle spese sostenute per la loro adozione. E ancora: ormai da oltre 2 mesi la CAI non ha più un dirigente generale. Il mandato triennale ricoperto fino all’inizio di ottobre da Anna Siggillino è scaduto e, fino a oggi, non è stato affidato a nessun altro.

Insomma siamo davanti a una paralisi totale. L’esperienza dell’ex ministro Boschi al vertice della CAI si è rivelata “anonima”. Nominata a maggio dall’ex premier Renzi ed entrata in carico a giugno, Boschi non ha mai convocato la Commissione, non ha sbloccato i rimborsi e, stando a quanto riferito a ottobre dal settimanale “Panorama”, non ha avuto alcuna forma di collaborazione con la vicepresidente Silvia Della Monica. Anche per questo, pochi giorni fa, un papà adottivo ha affidato ai social network il suo estremo appello a Maria Elena Boschi, chiedendo il perché di “una immobilità incomprensibile, di un disinteresse, di una mancata percezione del ruolo, di un vuoto di fronte alle conseguenze”.

Alla luce di questo, dunque, chi si azzarda a prendere in mano una situazione come quella a cui è stata ridotta la Cai? Evidentemente nessuno è disposto a farlo. Dopo la paralisi della gestione Della Monica e il fallimento di Boschi, si tratterebbe di ricostruire ciò che è andato distrutto negli ultimi 3 anni. Impresa troppo ardua: tanto che nessuno, a quanto pare, vuole metterci la faccia.

Ma assolutamente necessaria e impellente: ecco perché Familyforchildren ha lanciato la raccolta firme on line. FIRMA LA PETIZIONE
Nominare un ministro alla Presidenza della Commissione per le Adozioni Internazionali