Marocco, disparità e tabù: ogni anno 30mila donne partoriscono fuori dal matrimonio

mamma maroccoDecine di migliaia di mamme e bambini vittime delle disparità sociali. È la quotidianità in Marocco, secondo la denuncia dell’Istituto nazionale di solidarietà con le donne in pericolo. Nel corso di una conferenza stampa organizzata a fine 2015 a Casablanca, l’Insaf ha rivelato che ogni anno circa 30mila donne partorirebbero fuori dal matrimonio. Un dato molto più alto rispetto agli altri Paesi del Maghreb. Le madri nubili sarebbero infatti “solo” 7mila in Algeria e ancora meno in Tunisia, dove il loro numero sarebbe compreso tra le 1.200 e le 1.600 all’anno.

L’Insaf individua la causa di questo fenomeno nelle disparità sociali ancora molto forti in Marocco. Mentre le donne più agiate, infatti, hanno l’opportunità di partorire in buone condizioni sanitarie all’estero, quelle più disagiate si trovano di fronte al problema del parto clandestino, con tutti i pericoli che ciò comporta per la salute, sia delle donne che dei loro bambini. Un fenomeno resto ancora più grave dal fatto che, nella società marocchina, il parto fuori dal matrimonio è ancora considerato un tabù, molto di più che in altri Paesi vicini, come per esempio la Tunisia.

I dati presentati durante la conferenza stampa dalla presidente di Insaf Bouchra Ghiati sono esposti nella raccolta “Madri nubili in Marocco, difesa dei diritti e inclusione sociale”, realizzata in partenariato con le associazioni Sos Femmes en détresse in Algeria e il Réseau Amen Enfance Tunisie. L’indagine, redatta sia in arabo che in francese, è nata con l’obiettivo di denunciare le violenze imposte e le situazioni di non-diritto vissute dalle madri nubili nel Maghreb.

Decine le interviste realizzate – per la precisione 125 – sia con le madri che con i professionisti, medici e ostetriche, che hanno accompagnato le donne durante la gravidanza. Delle 30mila madri che partoriscono ogni anno fuori dal matrimonio, il 10% è concentrato a Casablanca, per una media di almeno 8 nascite al giorno nella città marocchina.

 

Fonte: Panorapost