Marocco. Visita l’istituto in cui è stato lasciato 20 anni fa. “Sono uno dei pochi fortunati ad aver trovato una famiglia: perché? ”

Francesco TorneriLa consapevolezza di essere un fortunato, di essere un miracolato: di quanto una “scelta” possa cambiarti la vita per sempre. Di quanto molte volte dipendiamo dalla volontà altrui e impotenti stiamo là, in un angolo, ad aspettare che una luce illumini la tua vita che, altrimenti, sarebbe un buio profondissimo in cui galleggiare senza una direzione chiara. A questa consapevolezza e gratitudine, molti non arrivano neanche, ritenendo che tutto sia dovuto. C’è chi invece, avendo vissuto sulla propria pelle il dolore e il male dell’abbandono, sa quanto sia miracoloso l’essere “scelto”, poter lasciare l’orfanotrofio per ricominciare a vivere in una casa con due genitori che ti amino. Un passato che non solo non rinneghi, perché in quello stesso orfanotrofio sei stato “trovato” dai tuoi genitori adottivi, ma con cui convivi serenamente. Ecco perché Francesco Saber, 20 anni dopo essere stato adottato, decide di tornare laddove ha vissuto i primi  mesi della sua vita: nel Centro Lalla Meriem a Rabat, in Marocco. Vuole vedere con i suoi occhi chi si è preso cura di lui (gli operatori del Centro) e soprattutto incoraggiare gli altri bambini che come lui 20 anni fa, ora sono in attesa di qualcuno che li “scelga”.  Con l’amara consapevolezza che non tutti avranno questa fortuna.

Riportiamo il racconto della giornata di Daniela, rappresentante Ai.Bi. in Marocco.

“Questa non é la storia di un bambino abbandonato che vive in orfanotrofio perché non ha avuto la fortuna di trovare una mamma e un papà adottivi… questa é la storia di un bambino a cui il destino, Dio, una forza soprannaturale ha ridato la vita, facendolo rinascere figlio all’interno di una famiglia adottiva, circa 20 anni fa!

Francesco Saber, questo il suo nome, dopo 20 anni ha deciso che era tempo di tornare al punto di partenza…di tornare in Marocco, in quel Paese che lo ha visto nascere e che circa 10 mesi dopo la nascita lo ha visto anche partire con la sua mamma e il suo papà adottivi verso l’Italia.

Italia in cui é stato cresciuto con amore, in cui é diventato il ragazzo maturo, sensibile ed educato che noi abbiamo conosciuto qualche giorno fa quando ha deciso di tornare a Rabat per visitare l’orfanotrofio in cui ha vissuto durante i suoi primi mesi di vita.

Tutto é cambiato da allora…la struttura in cui i genitori adottivi conobbero per la prima volta Francesco Saber oramai non esiste più, é stata abbattuta la scorsa estate perché inagibile e pericolosa per i bambini e il personale. La vecchia struttura é stata abbattuta ma al suo posto sono stati ristrutturati diversi spazi che ora accolgono rispettivamente i neonati, i disabili, i bambini fino agli 8 anni e gli adolescenti.

Ma soprattutto é rimasto l’archivio, grazie al quale l’assistente sociale e il direttore del centro hanno potuto ritrovare la cartellina di Francesco Saber, contenente la memoria del suo ingresso in orfanotrofio, le sue vaccinazioni, il verbale del suo ritrovamento, le foto dei suoi genitori adottivi, prima che venissero ad incontrarlo.

Francesco, accompagnato dalla sua ragazza, ha vissuto tutto con grande maturità, con il sorriso sulle labbra. Ed é uscito da li’ con il desiderio di aiutare tutti i bambini che ha incontrato a trovare una famiglia, o addirittura con il desiderio di portarli tutti via con se.

Queste le sue parole, qualche ora dopo la visita:

“Tornare dopo 20 anni dove sono nato è un’emozione fortissima, ancor di più è ritornare nell’orfanotrofio in cui sono stato adottato! Sono solo uno dei pochi fortunati ad aver trovato una splendida famiglia; gli altri, purtroppo, rimangono fino alla maggiore età se non oltre, non potendo costruirsi un futuro dignitoso. L’80% di essi sarà un delinquente, il 10% si suiciderà e solo il 10% restante riuscirà a costruirsi un futuro proprio.

Avrei voluto portare a casa ogni singolo bambino per poter offrirgli una vita migliore. Ringrazio la mia splendida ragazza per avermi accompagnato in questa importante esperienza e Daniela, rappresentante dell’Ai.Bi. in Marocco, insieme a tutto lo staff”.

Grazie a te Francesco Saber, per noi é stato un onore!”