Meno comunità più affidi: Brescia cerca 50 famiglie affidatarie

bresciaPiù fondi a sostegno dell’affido familiare. Il Comune di Brescia aumenta da 350 a 500 euro la quota mensile erogata alle coppie affidatarie, somma a cui si possono aggiungere i rimborsi per le spese mediche o quelle scolastiche. La misura è entrata in vigore il 1° aprile 2014, dopo la stretta dell’anno precedente, dovuta alle difficoltà di bilancio.

“Era un impegno che mi ero preso – afferma l’assessore ai Servizi Sociali Felice Scalvini, perché ritenevo che 350 euro non fosse un importo decoroso per l’impegno e il servizio che le famiglie affidatarie offrono alla città”.

Attualmente sono 58 i minori in affido gestiti dai Servizi Sociali del Comune bresciano, a cui bisogna aggiungere i 7 bambini stranieri di cui si stanno prendendo cura alcune famiglie della stessa etnia d’origine, secondo la pratica dell’“affido omoculturale”. Quest’ultima è una soluzione adottata nel 2010 a favore dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia. In questo modo le famiglie straniere vengono viste come una vera risorsa, capaci di farsi carico di storie spesso dolorose, provenienti prevalentemente da Medio Oriente, Nord Africa e Albania.

In media, negli ultimi anni, il numero di bambini dati in affido dal Comune di Brescia varia tra 60 e 80. Aggiungendo quelli “omoculturali” si supera quota 100. Nei primi mesi del 2014 il dato è più basso: un aspetto interpretato positivamente dall’Ufficio minori dei Servizi Sociali. L’obiettivo primario nella gestione del disagio minorile è infatti quello di non allontanare il bambino dalla famiglia di origine. Quest’anno, il Comune di Brescia, investirà 500mila euro in progetti di co-progettazione per sperimentare servizi innovativi a favore delle famiglie con minori a rischio, con l’obiettivo di garantire ai minori il diritto di vivere nel proprio nucleo familiare. “Più si offrono interventi di prossimità ai bambini e alle loro famiglie – spiegano dai Servizi Sociali –, meno saranno gli interventi riparativi”.

Nei casi in cui l’allontanamento risulti necessario o ci si trovi di fronte a minori non accompagnati, l’affido è la soluzione migliore, dal punto di vista sia educativo che economico. Ogni affido è seguito da un’equipe composta dall’assistente sociale comunale e da uno psicologo Asl e può contare sul sostegno delle altre famiglie affidatarie oltre che di enti e associazioni dedicate a promuovere questo tipo di esperienza. Inoltre, un minore in comunità (attualmente  sono circa una cinquantina) costa mediamente al Comune di Brescia 3mila euro al mese, mentre il contributo per l’affido si limita ai 500 euro.

 

Fonte: Corriere della Sera